Il 7 ottobre alcuni/e alcune compagne/i sono stati sotto processo per
aver partecipato alla giornata di lotta del 13 Aprile 2017 a San
Ferdinando. È solo l’ultimo di una lunga fila di processi in cui viene
messo sotto accusa chi solidarizza con le #lotte dei lavoratori e delle lavoratrici delle #campagne.
La giornata di lotta del 13 Aprile 2017 é stata la terza grande mobilitazione organizzata dagli abitanti della #tendopoli di #SanFerdinando
in quell’anno, scesi in strada per ottenere documenti per tutti e
opporsi ai processi di deportazione e alla volontà di sgomberare la
Tendopoli da parte delle istituzioni, che proponevano come unica
alternativa il trasferimento in nuovi campi.
Gli effetti di queste politiche dopo due anni sono sotto gli occhi di
tutti: la nuova tendopoli di San Ferdinando è un nuovo carcere a cielo
aperto, i processi di controllo e di sottrazione di #libertà
sono stati definiti nuovamente acuendo i meccanismi di sfruttamento sui
quali si regge tutta la filiera agroindustriale nella regione.
Le nuove accuse si muovono attaccando direttamente i solidali scesi in
piazza quel giorno. Viene ancora una volta colpito chi mette i propri
corpi in #solidarietà e vicinanza a chi costruisce quotidianamente la lotta contro queste infami politiche.
La solidarietà viene messa sotto accusa perché è un’arma pericolosa
contro l’isolamento e la criminalizzazione: strategie messe in atto
costantemente nelle campagne da chi vuole impedire l’autorganizzazione
dei lavoratori e delle lavoratrici. Non smetteremo mai di muoverci in
totale solidarietà e complicità con chi lotta contro queste politiche di
disciplinamento e controllo, non saranno i processi e le denunce a
fermarci.
Alla #repressione di Stato risponderemo con sempre piú forza e coraggio, moltiplicando le lotte.
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