In 4 anni hanno ridotto di 1,7 miliardi di euro il contributo che i padroni versano all’INAIL. Sono diminuiti del 34% i controlli degli ispettori del lavoro. Garantiranno, non le tutele per chi lavora, ma la continuazione della strage degli operai
Caro Operai Contro,
“l’obbiettivo di questo governo è garantire tutele a chi lavora”.
Garanzie sui generis che arrivano dal nuovo ministro del lavoro Nunzia
Catalfo, spalleggiata da Conte, capo del nuovo governo, e dal ministro
del lavoro uscente, Di Maio. Anche loro promettono misure per fermare la
strage operaia degli infortuni sul lavoro. Ma oltre le promesse, di
fatti concreti non vi è traccia. Neanche nella piattaforma di 20 punti
che Di Maio ha presentato come programma dei 5 Stelle nel 2° governo
Conte, nel quale il Pd con Zingaretti assicura finanziamenti per
“l’emergenza ambientale”. La prevenzione per fermare infortuni e morti
sul lavoro può aspettare, anche per il Pd non è un “emergenza”
Una
strage operaia che, salvo frasi di circostanza, Conte e Di Maio, non
solo hanno totalmente
ignorato col precedente governo ma, impegnati com’erano con Salvini a fare leggi contro operai, migranti, senza casa e poveri cristi, hanno spudoratamente continuato con il sabotaggio dell’antinfortunistica, ereditato dal Pd nei precedenti governi.
ignorato col precedente governo ma, impegnati com’erano con Salvini a fare leggi contro operai, migranti, senza casa e poveri cristi, hanno spudoratamente continuato con il sabotaggio dell’antinfortunistica, ereditato dal Pd nei precedenti governi.
Mentre
aumentavano gli operai morti sul lavoro e per malattie professionali,
il 1° governo Conte ha avuto il barbaro coraggio di tagliare di
600
milioni di euro le tariffe che i padroni pagano all’Inail per
l’antinfortunistica. Una cifra che sommata ai tagli già fatti dai
precedenti governi del Pd, fa “risparmiare” ai padroni 1,7
miliardi di euro, dal 2014 al 2019 compresi. Per l’Inail significa
un taglio del 32,72 per cento delle sue entrate.
Secondo
una recente sentenza della Cassazione, si ridurrà la possibilità
per gli operai di ottenere rimborsi in caso di infortuni. L’Inail
spingerà per chiudere prima le pratiche d’infortunio, rimandando
al lavoro operai non ancora ristabilitisi. Imporrà vincoli più
stretti per il riconoscimento di malattie professionali e invalidità,
di conseguenza sarà anche più difficile ottenere l’assegno,
quelli già in essere potranno essere tolti.
Tutto
questo dopo che Di Maio per prendere voti, il 2 dicembre 2017
annunciò: “Vogliamo abolire il Jobs Act, e sopra i 15 dipendenti
vogliamo ripristinare l’articolo 18”. Invece con i 5 Stelle ha
proseguito la strada che il Pd aveva pensato nel 2013 con il governo
Letta, poi spintonato via da Renzi che ha dato il via al sabotaggio
dell’antinfortunistica.
Nonostante
nel 2013 con il governo Letta, i controlli degli ispettori del lavoro
fossero scesi dai 244mila del 2012 a 235mila, calando anche nel 2014,
ci penserà poi Renzi con il suo governo, a tagliare 300 ispettori
del lavoro. Con le ispezioni sempre in calo che scendono a 192 mila
nel 2016 e 160 mila nel 2017. In totale un crollo del 34% (non
pervenuti i dati del 2018).
In questa situazione e con le morti
operaie in continuo aumento, il 1° governo Conte non ha preso alcun
provvedimento, neanche quello minimale di ripristinare e potenziare i
controlli sull’antinfortunistica, crollati del 34%. Di Maio ha invece
pensato al proprio carrozzone elettorale. Quest’estate quando i sondaggi
elettorali davano un crollo per 5 Stelle, e la Lega in continua
crescita, lui ha annunciato 5mila nuove assunzioni all’Inps, vantandosi
che “questa è la più grande assunzione dai tempi della prima
repubblica”. Ma non c’è un euro per l’antinfortunistica!
Con il Jobs Act il governo Renzi oltre
l’operaio usa e getta, ha imposto il nuovo Ispettorato del lavoro.
Ignorando come fosse una normalità, l’ecatombe operaia per il profitto,
con una “riforma” in spregio alle morti operaie, contribuendo fortemente
ad aumentarne il numero. Tagliò le tariffe dell’antinfortunistica,
ridusse drasticamente le multe e le sanzioni a carico dei padroni
trasgressori, impose agli ispettori di avvisare con largo anticipo le
aziende prima dell’ispezione. Prima di questa “riforma” agivano 3
soggetti: i funzionari del ministero indagavano sul rispetto delle norme
sul lavoro, quelli dell’Inps su quelle previdenziali e infine gli
addetti alla vigilanza dell’Inail si occupavano di sicurezza. Ognuno era
competente nel proprio settore e, incrociando i dati delle ispezioni,
potevano avere un quadro delle aziende ispezionate. Ora il nuovo
Ispettorato del lavoro, con tanto di portafogli in mano, comanda
pienamente sul lavoro degli ispettori dell’Inail e dell’Inps, e
programma le ispezioni. Renzi ha accentrato sotto un’unica direzione, le
3 diramazioni che costituivano il vecchio Ispettorato del lavoro. Un
altro favore ai padroni trasgressori: dovranno vedersela con un solo
ente invece di 3.
Saluti, Oxervator
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