Lettera aperta alla cittadinanza
Lorenzo,
nostro figlio e fratello, è morto il 18 marzo 2019 in Rojava
combattendo a fianco dei curdi e delle forze confederate della Siria
contro l'ISIS e gli ultimi resti il califfato.
La
sua storia, la storia di un giovane che partendo da Rifredi, quartiere
di Firenze, aveva deciso di lasciare tutto, la sua città, casa, lavoro,
famiglia, amici... per sostenere il popolo curdo in questa lotta ha
emozionato molte persone.
Vi scriviamo per chiedervi: volete abbandonare chi ha combattuto l’Isis?
Lorenzo
è stato riconosciuto come un esempio di partigiano internazionalista e
antifascista, che ha scelto da che parte stare e di schierarsi
concretamente andando a combattere dove c'era bisogno di lottare per
sradicare il fascismo che in quelle aree si stava affermando nelle forme
dell'Isis e delle forze che lo sostengono.
Attraverso
la sua scelta di vita e la sua morte ha fatto conoscere a tanti la
realtà che si sta costruendo nel Rojava, nella zona nord-est della
Siria, dove la democrazia che nasce dal basso, fondata sul
rispetto delle diversità sociali e culturali, per una parità reale tra uomo e donna, sulla autogestione, sulla economia sociale si sta affermando.
rispetto delle diversità sociali e culturali, per una parità reale tra uomo e donna, sulla autogestione, sulla economia sociale si sta affermando.
Non
tutti forse lo sanno, questa realtà si chiama Confederalismo
Democratico ed è un laboratorio sociale che nasce dalle idee di Ocalan,
leader curdo del PKK imprigionato da 25 anni nelle prigioni turche,
senza il minimo rispetto dei suoi diritti e delle sue garanzie. È un
esempio di coesistenza tra i popoli e quindi porta pace e sicurezza in
un’area sociale così instabile e travagliata, scossa da attentati,
conflitti, stragi...
Ora questa
realtà, costruita col sangue di oltre 11.000 curdi e 36 volontari
nternazionali, è minacciata e potrebbe essere distrutta.
L'esercito
turco e i gruppi paramilitari che Erdogan sostiene nell'area - che non
sono altro che un altro modo con cui l'ISIS prova a riproporsi - si
stanno preparando ad attaccare il Rojava per eliminare la rivoluzione
curda e tutto quello che rappresenta.
Questa aggressione militare turca si può ancora fermare, se c’è una mobilitazione generale.
Vi
chiediamo: se abbiamo pianto per Lorenzo riconoscendo la bellezza del
suo gesto davvero non vogliamo fare nulla per impedire questa nuova
guerra?
Abbiamo ancora voglia di
scendere in piazza, protestare, gridare il nostro sdegno e la nostra
rabbia indicando i mandanti e le colpe, mostrando la nostra voglia di un
mondo più giusto e umano?
Il governo italiano prenderà posizione? E la Regione Toscana? E il comune di Firenze?
Tutto serve per fermare questa aggressione e serve ora.
Lorenzo
ha combattuto a Afrin nel 2018, dove sono stati migliaia i morti
causati dall'invasione turca: vogliamo continuare a sostenere Erdogan,
l'esercito turco e l'Isis in questa guerra ingiusta fornendo armi con le
nostre fabbriche e soldi dell’Unione Europea per non aprire il
corridoio balcanico ai migranti ?
Molti
hanno pianto per Lorenzo-Orso Tekoser combattente colpiti dalla sua
morte, ma ora potrebbe morire nuovamente e con lui tanti giovani curdi e
altri popoli che vivono nel Rojava.
Non facciamolo morire nuovamente, facendo morire gli ideali e la causa per la quale si è sacrificato.
Lorenzo ci ha mostrato che nessuna causa è così lontana e così estranea alla nostra vita e che spesso è questione di scelte.
Alessandro, Annalisa e Chiara Orsetti
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