A ‘salvarsi‘, saranno in 130 perché coperti dal contratto Multiservizi, che prevede la clausola sociale e quindi la continuità occupazionale nelle cinque ditte subentranti nell’appalto nel
settore pulizie industriali, civili, trasporti e servizi (anche oggi come venerdì in Regione a Bari, era presente soltanto Alliance Green Service Italia, società dove ArcelorMittal è presente in joint venture, mentre erano assenti Ecologica spa, Evoluzione ecologica, Mad, Ags Italia e Sea).
Gli altri 71 accederanno alla Naspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego, ovvero un’indennità mensile di disoccupazione (istituita dall’articolo 1, decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22 – che sostituisce le precedenti prestazioni di disoccupazione ASpI e MiniASpI) della durata di due anni: la misura della prestazione è pari al 75% della retribuzione media mensile imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni, se la retribuzione è inferiore a un importo di riferimento stabilito dalla legge e rivalutato annualmente sulla base della variazione dell’indice ISTAT e reso noto ogni anno dall’INPS con circolare pubblicata sul sito (1.195 euro per il 2017, 1.208,15 euro per il 2018 e 1.221,44 euro per il 2019).
presidio di lavoratori e sindacati presso la direzione del siderurgico. Mentre mercoledì pomeriggio si terrà un’altra riunione della Task Force regionale sempre in Prefettura a Taranto:


La visura camerale che inchioda ArcelorMittal

A chi fa capo la Alliance Green Services, la società che cancellerà nel giro di un altro anno l'intero sistema dell'indotto nell'ex Ilva? Ai franco-indiani, of course. Gli stessi smentiscono, ma CosmoPolis è in possesso di un documento in grado di sbugiardarli

Gli indiani fanno gli indiani sempre. E’ nella loro natura di capitalisti cosmopoliti con un’identità domestica e dai tratti levantini. Non tradiscono se stessi con i lavoratori ex Ilva – cassaintegrati e maltrattati un giorno sì e l’altro pure - , con l’ambiente e il diritto alla salute calpestati al di là delle presunte conquiste ecologiste raggiunte negli ultimi tempi (a dir poco agghiaccianti le immagini video riproposte sul canale televisivo di CosmoPolis negli ultimi giorni), con le imprese dell’indotto, strozzate mediante un ribasso del 40%, sui costi sostenuti per la realizzazione – e la prosecuzione - dei lavori nello stabilimento. Un disastro indicibile, insomma. Su tutto il fronte. Peggio non poteva capitarci. Arcelor Mittal è riuscita lì dove neanche i Riva si erano mai spinti: trattare i tarantini come gente inetta, con l’anello al naso.  Nel giro di un altro anno ancora e tutte le aziende locali, quelle che a vario titolo rientravano nel sistema dell’appalto da oltre 40 anni, verranno cancellate, annullate, fatte fuori.  Al posto delle stesse subentrerà la “Alliance Green Services Italia spa”: società facente capo alla galassia delle imprese controllate sempre da Mittal, anche se i franco-indiani dicono di non centrare nulla con questa realtà. Peccato che non sia cosi. La visura camerale in nostro possesso, dimostra l’esatto contrario. La Alliance Green Services è domiciliata a Taranto. Indovinate dove? Sulla via Appia, al Km 648. Formidabili i nuovi affittuari-proprietari della ferriera, eroicamente fedeli ad un preciso stilema comportamentale. Gli indiani fanno gli indiani sempre. Nonostante tutto, persino nonostante se stessi.