da proletari comunisti - Speciale Governo
Il taglio dei
parlamentari lungi dall'essere un attacco
alla casta, ai costi della politica, ne è una vera esaltazione,
perchè è del tutto evidente che riducendo il numero dei
parlamentari l'effetto immediato è meno parlamentari che contano
molto di più che hanno nelle mani molti più soldi e leve
finanziarie, molto più potere reale, mentre si riduce enormemente la
platea degli eletti e in generale anche degli elettori, perchè si
tratta di meccanismi che alimentano l'astensionismo – basta vedere
quello che succede nei secondi turni di tutti i tipi di elezioni.
Quindi è una riforma
pro casta e antidemocratica. E' una riforma che va esattamente nella
direzione di Salvini e Renzi, perchè aumenta il peso e la
possibilità di maggioranze anche assolute del primo partito, cioè
quello che ottiene maggiori voti. Con la riduzione dei parlamentari
se si votasse oggi la maggioranza assoluta di Salvini sarebbe
scontata.
A parlamenti ancora più
saldamente nelle mani del partito di maggioranza, corrispondono
governi più forti e dittatoriali che hanno meno ostacoli nel far
passare leggi e decreti.
Per di più,
evidentemente, questo tipo di situazioni riduce enormemente le
possibilità di liste democratiche minori di entrare nel Parlamento.
Quindi, la riduzione
del numero dei parlamentari è uan riforma reazionaria che va
denunciata e combattuta...
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