Sea Watch, Procura di Palermo indaga sullo stop deciso da
Salvini. Ma il Viminale nega
Il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto,
rispondendo ad una richiesta di accesso agli atti da parte dell’Associazione
Diritti e frontiere, ha fatto sapere non poter fornire la documentazione
relativa al caso perché “l’evento in parola è oggetto di indagine da parte
della procura della Repubblica presso il tribunale di Palermo”.
POLITICA ITALIANA 6 GIUGNO 2019 23:01 di Annalisa Cangemi
Nuovo capitolo giudiziario si apre per la vicenda
della Sea Watch 3. Come ha raccontato ‘Avvenire.it' tre
procure stanno indagando sulle procedure seguite dal Viminale, per volere del
vicepremier Matteo Salvini, in merito alle operazioni di soccorso e sbarco dei
migranti alla deriva nel Mediterraneo. Questa volta si tratterebbe della
procura di Palermo, mentre altre inchieste sono in corso a Catania ed
Agrigento.
Sarebbero stati già acquisiti dalla polizia giudiziaria gli
atti del ministero dell'Interno e anche quelli del ministero delle
Infrastrutture riguardanti il divieto di approdo della nave della ong tedesca,
battente bandiera olandese, nei porti italiani. La nave era arrivata a Lampedusa dopo il soccorso di 65 persone salvate il 15 maggio scorso, ed è stata prima posta sotto sequestro da parte della procura di Agrigento e poi dissequestrata.
battente bandiera olandese, nei porti italiani. La nave era arrivata a Lampedusa dopo il soccorso di 65 persone salvate il 15 maggio scorso, ed è stata prima posta sotto sequestro da parte della procura di Agrigento e poi dissequestrata.
A bordo c'erano anche dei minori, la cui tutela è affidata
al Tribunale dei minorenni di Palermo, e proprio per questo l'indagine è
portata avanti dalla procura del capoluogo siciliano. A rivelare l'esistenza
dell'indagine in corso è il Comando generale del Corpo delle capitanerie di
porto che, rispondendo alla richiesta di accesso agli atti depositata il 21
maggio dall'avvocato Alessandra Ballerini per conto dell'Associazione Diritti e
frontiere (Adif), spiega – con una comunicazione dei propri uffici indirizzata
per conoscenza sia al Viminale che al Mit – di non poter fornire la
documentazione relativa al caso e neanche la copia delle comunicazioni interne
alle autorità italiane perché "l'evento in parola è oggetto di indagine da
parte della procura della Repubblica presso il tribunale di Palermo e,
pertanto, sui relativi atti sussistono le limitazioni all'accesso".
La richiesta dell'avvocato Ballerini riguardava il
"contenuto dei provvedimenti emessi e delle comunicazioni (anche quelle
con MRCC Roma) trasmesse, a far data dal 15 maggio scorso, da parte del
ministero dell'Interno, ovvero, del ministero delle Infrastrutture", in
riferimento al "divieto di approdo delle nave nei porti italiani".
Come è noto, la procura di Agrigento ordinò quindi lo sbarco dei migranti,
indagando il comandante della Sea Watch 3, perché riteneva
avesse disobbedito all'ordine di non avvicinarsi ai porti italiani, accertando
poi che l'equipaggio non aveva commesso alcun reato e aveva agito
nell'interesse delle vite umane.
Ma il Viminale nega questa ricostruzione. Al Gabinetto
del ministero infatti "non risulta" l'avvio di una inchiesta della
procura di Palermo in merito al suo operato nella vicenda
della Sea Watch 3.
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