ORA LO AMMETTONO ANCHE LORO: ERA SOLO UNA SPIA
Sono passati circa due anni dall'uccisione, avvenuta all'aeroporto
di Kuala Lumpur, Malaysia, di Kim Jong Nam, fratellastro del leader
rispettato della Repubblica Popolare Democratica di Corea, il
maresciallo Kim Jong Un.
L'omicidio, ad opera di due donne che gli spruzzarono del gas
nervino in faccia, è stato subito addebitato, dagli spioni statunitensi e
dai loro lacché sud coreani. al "folle" regime di Pyong Yang, e
utilizzato come "prova" della pericolosità dello stesso.
Leggendo i quotidiani borghesi italiani, in questo caso particolare
Il Secolo XIX, di martedì undici giugno, veniamo a
conoscenza del fatto che un giornale usamericano - il Wall Street
Journal - ha svelato un retroscena interessante.
Kim Jong Nam era un informatore della Central Inteligence Agency: in
pratica lavorava per il nemico; stanti così le cose, amche volendo
credere alla continua dis-informazione occidentale su ciò che avviene
nella parte nord della penisola coreana, la prospettiva dalla quale va
vista la vicenda deve necessariamente cambiare.
Ora è l'imperialismo statunitense stesso ad ammettere che questo
"signore" non era affatto quello che sembrava: di conseguenza, era
doveroso, da parte del controspionaggio nord coreano prendere
provvedimenti a difesa della l'indipendenza e il socialismo in Nord korea
Bosio (Al), 12 giuno 2019
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