domenica 9 giugno 2019

pc 9 giugno - Roma - L'ultima fascistata della polizia di Salvini, sempre più un corpo separato fascista più realista del re

Non può bastare la denuncia - gli striscioni non si toccano, si difendono e ci si scontra con la polizia 
Questa è democrazia - tutto il resto è impotente cedimento, che alimenta e rafforza il moderno fascismo in cammino



Stop a striscione dei sindacati su Salvini questura 'lesivo del decoro

La confessione involontaria, ben oltre i limiti del comico, sta già nella nota con cui la Questura di Roma ha cercato di giustificare la sua decisione: «Nessuna valutazione è stata fatta sul contenuto, ma si è ritenuto che lo striscione fosse lesivo del decoro paesaggistico, così come previsto dall’art.49 del Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, dove si vieta il collocamento o l’affissione di cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici e nelle aree tutelate come Beni Culturali. Giova precisare che già in precedenti ed analoghe situazioni non è stata consentita l’esposizione di manifesti e di striscioni nel medesimo posto. Pertanto è evidente come non si sia trattato di alcun atto di censura, come erroneamente da alcuni denunciato».
Fosse stato vero, la Digos non avrebbe continuato a “presidiare” lo striscione, impedendone l’apertura anche dopo, in Piazza del Popolo. Il selciato romano, che tutti noi amiamo, non è un manufatto artisticamente tale da dover essere tutelato in questo modo…

Salvini non è soltanto l’unico ministro per cui la Digos o i carabinieri si sono autonominati “ufficio censura” personalizzato, in stile Minculpop. Ma è anche il pretesto –  per esercitare una pressione politica e “culturale” contro la popolazione normale.
Polizia e carabinieri, nella breve era salviniana, stanno lavorando per rendere praticamente pericoloso criticare chi comanda. Non è ancora un reato formalmente inscritto nel codice penale, ma si sta andando in questa direzione. “Si portano avanti col lavoro”…

Nessun commento:

Posta un commento