lunedì 10 giugno 2019

pc 10 giugno - L'editoria fascista al servizio di Salvini pretende di essere risarcita - una corrispondenza

L’ultimo libro sulla vita e l’opera di Matteo Salvini – “Io sono Matteo Salvini” – una fantomatica “intervista allo specchio” la cui autrice è Chiara Giannini, è edito dalla casa editrice Altaforte, vicina a Casa Pound.
Proprio questa coincidenza – ma lo sarà poi davvero, noi abbiamo più di qualche dubbio – ha portato il Salone del Libro, che annualmente si tiene negli spazi del Lingotto Fiere a Torino, a rifiutarle lo stand espositivo.
Certo, ciò è avvenuto solo dopo che il mondo della cultura subalpina e non solo ha protestato
vivacemente per la decisione di affidare uno spazio ad una realtà che fa a pugni con la democrazia, ma questo è secondario.
Troviamo invece assolutamente indecente che lo stesso editore – Francesco Polacchi, lo stesso che pubblica quella cloaca immonda che passa sotto il nome de Il Primato Nazionale – ritenga ancora di avere ragione.
L’edizione telematica torinese del quotidiano la Repubblica di giovedì sei giugno riporta il testo del comunicato con il quale lo stesso ha dato mandato agli avvocati della società perché procedano alla richiesta di risarcimento danni nei confronti della manifestazione «per la grave lesione all’immagine culturale e commerciale della casa editrice».
Essa sarebbe derivata «dalla illegittima decisione di estromettere Altaforte edizioni dalla partecipazione al Salone del Libro 2019, dopo che ne erano stati accettati la domanda di partecipazione ed il pagamento del canone richiesto».
Questa vicenda «avrebbe determinato una evidenza mediatica fortemente negativa nei confronti della casa editrice, del suo crescente ruolo nell’ambito dell’editoria non omologata, della sua produzione e degli stessi autori dei libri pubblicati».
Secondo la Legge borghese italiana l’apologia di fascismo è un reato: pertanto, non può e non deve essere permesso ad una casa editrice – che già solo per il motivo su detto non potrebbe nemmeno esistere – di spacciare le malsane idee di cui sono certamente intrisi i suoi schifosi prodotti.

Bosio (Al), 10 giugno 2019       

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