NADIA LIOCE A PROCESSO IL 15 SETTEMBRE - ''E' PRIVATA DEI DIRITTI''
12 settembre 2017 alle ore 10:42
Nadia Lioce
L’AQUILA - “Il carcere è lo
specchio della società: non sarò mai libero e mi giro dall'altra
parte se una persona viene violentata nei suoi diritti fondamentali
da chi (in questo caso lo Stato) dovrebbe, invece, tutelare e
proteggere”.
Questo il messaggio di un sostenitore
della campagna “No al 41 bis per Nadia Lioce”, fatto proprio dal
Movimento femminista proletario rivoluzionario (Mfpr), che ha
lanciato la campagna.
“È un messaggio che come donne
proletarie facciamo nostro, perché contiene in sé le contraddizioni
di questa società e i rapporti di dominio con cui riesce a
governarle, grazie all’indifferenza di un popolo addomesticato e
succube - scrive in una nota Luigia De Biasi dell'Mfpr
- Noi quell’indifferenza l’abbiamo scalfita e vogliamo continuare
a farlo”.
La nota dell'Mfpr arriva pochi giorni
prima del processo, che doveva tenersi il 7 luglio, ma è stato
rinviato al 15 settembre 2017.
rinviato al 15 settembre 2017.
“Negli ultimi anni poi è stato
sottratto nell’immediata disponibilità della Lioce vario materiale
cartaceo già sottoposto a censura, che non eccedeva la quantità
massima consentita dalle varie restrizioni. Questa tecnica di
deprivazione psichica, di isolamento totale e permanente, non può
chiamarsi altrimenti se non tortura bianca, perché mira
all’annientamento della personalità e identità - aggiunge la De
Biasi - Da 14 anni Nadia è ostaggio di questo Stato, che di diritto
non ha più niente, da 12 anni è sottoposta a tortura, in più di
1300 persone sinora hanno detto basta! Benvenga quindi il processo,
ma a questa falsa democrazia, a questo stato di polizia, a questo
sistema di sfruttamento, di barbarie e di guerra, porteremo otre 1300
firme e centinaia di messaggi”.
“Tantissimi i messaggi che ci hanno
accompagnato con calore, umanità e convinzione in questa campagna,
che rilanciamo in vista del 15 settembre - spiega - quando Nadia
Lioce verrà processata per ‘Disturbo delle occupazioni o del
riposo delle persone e oltraggio a pubblico ufficiale’. Ricordiamo
che questi reati sono relativi a battiture di protesta che la
detenuta avrebbe messo in atto dopo l’applicazione delle circolari
del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) del 2011 e
del 2014, per le quali chi è recluso in 41 bis non può più
ricevere libri né qualsiasi altra forma di stampa, se non quella
acquistata tramite l’amministrazione penitenziaria”.
Dal 7 luglio ad oggi l’appello del
Mfpr è arrivato a oltre 1.300 sostenitori. “Ci sono le firme di
diversi avvocati, medici, lavoratrici e lavoratori, ex detenuti,
attivisti dei diritti umani, dell’osservatorio repressione,
associazione Antigone, ma anche parenti di Nadia, artisti e registi -
prosegue l’attivista - In molti hanno firmato anche dall'estero e
tante donne hanno sottoscritto la petizione”.
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