Ora a
Torino c'è un nuovo G7, sul lavoro. Dietro le loro parole c'è un magma incandescente: c'è la
disoccupazione, c'è il lavoro che peggiora e si perde, c'è la precarietà dal lavoro alla vita, c'è l'aumento dello sfruttamento... c'è una realtà di turbolenza, e la borghesia viene nel campo nostro.
Noi
vogliamo arrivare al fatto che loro non possono più governare, noi
non vogliamo più essere governati. Ma loro allora ci provano e falliscono e alimentano il vento della protesta.
Noi facciamo
parte "dell'inferno", come dicevano al G20 di Amburgo.
E' necessario guidare la lotta rivendicativa in funzione della lotta per il
potere proletario. Questa lotta ora non la possiamo dirigere come se fosse una
normale lotta sindacale, ma in funzione della battaglia politica per mettere fine a questo sistema sociale di sfruttamento, miseria, ingiustizia.
Lenin dice: trasformare lo sciopero economico in sciopero politico, lo sciopero politico in insurrezione. Questa trasformazione deve avvenire dall'inizio. Il suo terreno sono le stesse lotte che i lavoratori, le masse fanno, non altre da inventarsi; noi non diciamo alle masse abbandonate la vostra lotta e fate la mia, ma diamo la parola giusta alle masse in lotta. Non inventiamo ma dobbiamo trasformare l'esistente.
Sul rapporto tra lotta sindacale e lotta politica, dobbiamo studiare Lenin: Lenin ci aiuta sia per lottare contro concezioni, posizioni economiciste: prima i lavoratori fanno la lotta sindacale, poi passano la lotta politica, poi alla lotta rivoluzionaria (e così la lotta politica, la lotta rivoluzionaria non viene mai); sia verso concezioni e posizioni estremiste che vedono la partecipazione delle masse alla lotta rivoluzionaria non legata ad un immediato miglioramento delle loro condizioni di vita.
La lotta sindacale è una scuola della guerra dei proletari. Le dinamiche quotidiane della lotta:
l'organizzazione degli scioperi, bloccare una strada, come rispondere alla polizia, avanzare, ritirarsi, ecc., fanno sì che possano essere un embrione della guerra, se dirette in funzione della lotta per il potere proletario.
I sindacati confederali sono uno degli anelli del capitale. Anche nel movimento sindacale di base, nascono “fuochisti” e diventano “pompieri”, si adoperano per la normalizzazione della lotta all'interno dei criteri del capitalismo per uscire dalla crisi, così anch'essi diventano funzionali al capitale. Possono ottenere dei diritti ma all'interno di una irrigimentazione.
I comunisti devono fare "l'antisindacato". La nostra lotta può essere a volte identica agli altri sindacati di base, ma è la nostra concezione che è diversa perchè inseriamo ogni giorno la “deviazione”. I comunisti non vogliono far uscire/risolvere la crisi del capitale, ma vogliono acuire la sua crisi. Non c'è soluzione, lo dice la stessa borghesia, il capitale è un cane che si morde la coda, si sviluppa ma trova al suo stesso interno il limite. La produzione di ricchezza è proporzionale alla produzione di miseria. Gli operai producono mezzi per essere loro eccedenti.
Per questo anche se con la lotta sindacale si riesce ad avere delle piccole vittorie, queste non sono il fine, ma un passaggio.
Questo sistema è
impossibilitato a risolvere le questioni, è arrivato ad un punto in cui non solo non vuole
risolvere ma non può risolvere. Questioni come lavoro, salute, sicurezza, assistenza nelle scuole, ambiente, ecc. sarebbero semplici da
risolvere. Il socialismo le risolverebbe in una settimana.
Nelle lotte che facciamo, noi abbiamo ragione, i lavoratori hanno ragione, padroni e istituzioni hanno torto, noi troviamo le soluzioni, i padroni, le istituzioni sono il problema. Questa coscienza che noi siamo dalla parte giusta, noi abbiamo ragione e abbiamo le soluzioni, loro stanno dalla parte del torto, la dobbiamo portarla tra i lavoratori ogni giorno.
La lotta dei proletari, delle masse popolari è anche una questione di civiltà: dal lato della borghesia si portano non-soluzioni, e si incartano in una situazione sempre più assurda e barbara, dal lato dei
lavoratori la lotta porta anche una concezione di civiltà.
In questo senso lo Slai cobas sc è diverso dagli altri sindacati di base. Non porta solo una dinamica corretta ma pone il significato della lotta che è una guerra di classe.
In questo senso lo Slai cobas sc è diverso dagli altri sindacati di base. Non porta solo una dinamica corretta ma pone il significato della lotta che è una guerra di classe.
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