da
CPA Firenze Sud, Collettivo Politico Scienze Politiche, Rete dei Collettivi Fiorentini, Cantiere Sociale Camillo Cienfuegos, USB Firenze, Acad Associazione contro gli Abusi in Divisa, Lab. Pol. PerUnAltraCittà
A leggere i giornali, il ministro
dell’interno Marco Minniti sarebbe la nuova stella della politica italiana. Che
l’azione di un governo si riassuma nell’operato del suo ministro di polizia è
già una chiara indicazione dell'aria che siamo costretti a respirare tutti i
giorni. Quando poi il ministro in questione è uno che i mestieri dello sbirro e
dello spione li ha studiati per una vita, imparando dai migliori “maestri” nel
ramo disinformazione, controllo e repressione, c’è da essere ancora più
preoccupati.
Se non bastasse, all’ombra del nuovo uomo forte volano tanti
avvoltoi. Tra i tanti si distingue in peggio il “nostro” sindaco Nardella, così
calato nella sua parte di sceriffo da superare a destra Minniti
per chiedere
ancora più sgomberi per chi è colpevole di non poter pagare un affitto. E così
succede che il ministro di polizia diventi una bandiera da sventolare alla festa
del PD oppure che venga invitato ad un convegno addirittura sulle religioni
organizzato dagli amici degli amici, come succederà a Firenze sabato 23
settembre.
Lo abbiamo scritto quando siamo scesi in piazza in aprile
contro quella che ora è diventata la legge Minniti-Orlando: la filosofia
repressiva di questo governo non nasce oggi, ma è un passaggio dentro un
percorso molto più lungo, che da decenni opera prima agitando l’emergenza del
momento, che tutto giustifica, e poi dividendo tra “buoni” e “cattivi” ad uso e
beneficio del potere costituito.
Però le infamie a cui abbiamo assistito
in questi mesi devono secondo noi colpire allo stomaco chiunque mantenga un
briciolo di umanità.
Prima Minniti ha fatto in modo di impedire i
salvataggi in mare dei migranti. Poi ha pagato gli stessi tagliagole che fino a
ieri gestivano il passaggio dei migranti sui barconi per tenerli rinchiusi nei
lager libici dove subiscono ogni tipo di violenza. Infine ha deciso che fosse
l’ora di riabbracciare il regime criminale dell’egiziano Al Sisi mettendo
definitivamente in soffitta l’omicidio di Giulio Regeni.
Nel frattempo,
le forze dell’ordine sgomberano, manganellano, moltiplicano i controlli nelle
piazze per ripulirle di tutte le presenze sgradite, fermando e allontanando con
i daspo chiunque venga individuato come non compatibile.
Una cosa secondo
noi deve essere ben chiara: a tutto sono interessati Minniti, Renzi, Nardella,
Salvini e compagnia brutta tranne che garantire la sicurezza da loro stessi
sbandierata.
Uno stupro è una violenza ignobile, chiunque la commetta
e dovunque avvenga. Ma per chi ci governa non è così: se i violentatori sono
migranti, lo stupro diventa una bandiera da sventolare; se i violentatori sono
uomini in divisa bianchi, lo stupro è un imbarazzo da nascondere o
ridimensionare; se avviene nei lager libici, lo stupro semplicemente a loro non
interessa. In tutti i casi, scelgono coscientemente di commettere una seconda
violenza sulle vittime, facendone strumento di propaganda reazionaria e razzista
oppure cancellando il loro dolore oppure ancora colpevolizzandole apertamente.
In tutti i casi, non a loro interessa minimamente agire contro le vere cause
della violenza maschile.
Siamo di fronte ad un potere che vuole con ogni
mezzo mostrarsi capace di gestire le contraddizioni che esso stesso produce e,
non riuscendoci, non esita a tappare la bocca a chiunque possa avanzare una
critica. Ma noi non possiamo accettare che i nostri quartieri vengano
desertificati e svuotati di ogni socialità, e che le uniche presenze legittimate
nelle nostre strade siano turisti con il portafoglio gonfio, sbirri, militari, e
pseudo comitati di cittadini benpensanti. Respingere la passività e
l’isolamento, discutere collettivamente di quello che ci accade intorno, è
fondamentale se vogliamo veramente difendere gli spazi, i momenti, le relazioni
a cui teniamo di più. Per questo saremo in piazza nelle prossime settimane per
manifestare tutto la nostra rabbia e il disprezzo per Minniti e il suo partito,
e faremo sentire la nostra voce contro le politiche reazionarie, sessiste,
razziste e di guerra del suo governo.
Tutte e tutti in piazza a ribadire
che Firenze rifiuta Minniti e le sue politiche!
La vera sicurezza sono
lavoro, casa, istruzione, salute per tutti/e!
Firenze non ha
paura!
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