Arriva la rappresaglia per il ciclo di lotte
dell'Esselunga.
Dopo un anno di trappole (si pensi alla provocazione contro il
coordinatore nazionale del Sicobas Aldo Milani) e cariche della polizia, arriva
puntuale la solerte magistratura pronta a dare una mano in tema di repressione
contro i lavoratori della logistica in lotta, il loro sindacato (si cobas) e i
compagni e le compagne che sostengono le loro lotte seguendo il principio della
solidarietà di classe. Sono stati infatti rinviati a giudizio e la prima udienza
del processo a loro carico si terrà il 19 dicembre.
Stavolta l'attacco viene da lontano. Dal 2012 addirittura.
Sono gli anni delle lotte all'esselunga contro ingiustizia sul
lavoro e di licenziamenti politici. Sono gli anni di una tenda davanti ai
cancelli, di crumiri (ricattati dai caporali) scortati dalla polizia per
entrare, di cariche della polizia contro i lavoratori in lotta.
Mesi di vittorie e di sconfitte e bocconi amari per Caprotti e i
suoi kapò. Di resistenza operaia contro una squadraccia incordonata per sfondare
presidio dei lavoratori che resiste compatto e unito.
E' questo che si vuole processare.
Ed è evidente che l'attacco mira a ripristinare i rapporti di forza
contro una classe padronale che in questo decennio ha subito forti sconfitte
dovendosi scontrare con la forza e la compattezza di un crescente numero di
lavoratori della logistica che con la propria voglia di dignità e con la lotta
ha dato l'esempio al resto della classe nel riprendere in mano il proprio
cammino contro lo sfruttamento e il comando.
E ancora una volta si ribadirà che se toccano
uno toccano tutti!
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