domenica 10 settembre 2017

pc 10 settembre - SI ESTENDE LA CAMPAGNA PER NADIA LIOCE

Nuovi sostegni a livello nazionale e internazionale alla campagna per Nadia Lioce.

Partita con l'appello lanciato dal Mfpr de L'Aquila, che riportiamo in calce, sta raccogliendo tanti messaggi di solidarietà ed è arrivata a 1300 firme..
Arriviamo a 2000 firme per il 15 settembre!

Appello del Soccorso Rosso Internazionale

Da Collettivo contro la repressione per un Soccorso Rosso Internazionale

APPELLO LANCIATO DEL MFPR:

PER LA DIFESA DELLE CONDIZIONI DI VITA DELLE PRIGIONIERE POLITICHE
NO AL 41bis PER NADIA LIOCE

Chiediamo la difesa delle condizioni di vita di Nadia Lioce, unica donna, prigioniera politica, sottoposta da quasi 12 anni a un duro regime di 41bis.
Detenuta nel carcere Le Costarelle de L'Aquila  in una condizione d’isolamento totale e
perenne, condannata al silenzio in una cella due metri per due posta alla fine di un lungo tunnel sotterraneo che si affaccia sul nulla, le è concessa, senza le varie sanzioni disciplinari eseguite con l'interruzione di un solo giorno l'una dall'altra, solo un'ora d'aria, spesso da sola, in una vasca di cemento grande tre metri per tre dove il sole non si vede mai.
A Nadia Lioce viene negato perfino il diritto di detenere libri o riviste in cella e di riceverne dall’esterno, le viene sottratto materiale cartaceo.
La sezione femminile del carcere speciale de L’Aquila è tristemente nota per le condizioni detentive di gran lunga peggiori delle sezioni a 41bis di altre carceri, che riserva alle donne perquisizioni corporali quando si esce dalla cella nell’unica ora quotidiana, totale divieto di comunicare tra detenute, corrispondenza con l’esterno praticamente inesistente per la forte censura. 

Sono condizioni che ledono completamente i diritti umani, i diritti delle donne.
E verso Nadia Lioce è una repressione da parte dello Stato che ha anche lo scopo di punire una donna che continua a ribellarsi.
In questo ultimo anno le condizioni detentive già gravi di Nadia Lioce, sono addirittura peggiorate. Oltre ai libri, neanche i vaglia per comprarseli tramite il carcere le vengono consegnati, in un istituto di pena, quello abruzzese, dove manca persino un garante dei diritti dei detenuti.
Con la sentenza della Corte Costituzionale dell’8.02.17, n° 122, questa “tortura bianca” è stata dichiarata legittima e definitiva, nonostante il parere contrario della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, che nel 2015 ha fatto anche una interrogazione parlamentare per l'accanimento repressivo nei confronti di Nadia Lioce.

Riteniamo questa “condanna al silenzio” un inaccettabile sacrificio della dignità umana e chiediamo la sua immediata fine.

Nessun commento:

Posta un commento