venerdì 15 settembre 2017

pc 15 settembre - Iniziativa a L'Aquila per Nadia Lioce, report di una compagna del MFPR


L’Aquila 15 settembre 2017 - Avviata oggi l’udienza contro Nadia Lioce, imputata per “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone e oltraggio a pubblico ufficiale”.
Ascoltati il Pubblico Ministero e la Difesa sulle prove avanzate dalle parti, Il giudice Quirino Cervellini ha rinviato al 24 novembre l’udienza, con l’esame dei testimoni dell’accusa.
L’avvocata di Nadia, Caterina Calia, ha chiesto l’ammissione alle prove di una lista di documenti, una settantina di verbali di infrazioni disciplinari, inflitte alla Lioce in soli 3 mesi (per un ammontare di 2 anni di isolamento), per dimostrare l’atteggiamento vessatorio nei suoi confronti.

L’udienza si è svolta al Tribunale per i minorenni in Via Acquasanta 1 intorno
alle 11:40, anziché in Via XX Settembre 68, come era stato comunicato ai legali di Nadia. Ma questo disguido ha dato modo al MFPR dell’Aquila di depositare al Tribunale oltre 1500 firme per chiedere la fine della tortura bianca per Nadia Lioce. Per questioni di lentezza burocratica, la petizione è in attesa di essere protocollata, ma ci siamo fatte fare una copia della petizione con il timbro del Tribunale.

Fuori del tribunale abbiamo esposto lo striscione “41 bis = tortura / Solidarietà a Nadia Lioce” e abbiamo volantinato ai
passanti. Verso le 11 siamo andate alla sede del Tribunale per i Minorenni, dove si è tenuta l’udienza e dove abbiamo lasciato ad alcuni giornalisti il nostro volantino e l’appello della petizione, comunicando loro di aver depositato le firme in Tribunale.

Siamo ai primi passi, e in salita, ma siamo nel giusto e andiamo avanti, con il sostegno di tutti coloro che si sono uniti all’appello e con tante forme oggi e in futuro, vorranno unirsi a noi, non solo nella denuncia ma anche nella lotta contro questa immensa ingiustizia sociale.

MFPR L'Aquila

Di seguito il volantino diffuso a L'Aquila:

Nadia Lioce verrà processata per aver turbato la “quiete” di un carcere che l’ha sepolta viva

A L’Aquila il 15 settembre, la prigioniera politica Nadia Lioce verrà processata per “Disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone e oltraggio a pubblico ufficiale”. Reati relativi a battiture di protesta, che la detenuta avrebbe messo in atto dopo l’applicazione delle circolari del DAP e la pronuncia della Cassazione del 2014, che hanno stabilito l’impossibilità, per chi è recluso in 41 bis, di detenere llibri o riviste in cella (se non 2 o 3, decisi dal carcere) e di riceverne dall’esterno.

In questi anni Nadia Lioce è stata oggetto di ripetuti sequestri di libri, quaderni e altro materiale cartaceo e di cancelleria e ora la si vuole processare per aver turbato la “quiete” di un carcere che l’ha sepolta viva, condannandola al silenzio, a una condizione d’isolamento totale e perenne, all’inaccettabile sacrificio della dignità umana, alla mortificazione della sua stessa identità.

A un anno dalla manifestazione della campagna “pagine contro la tortura”, le condizioni detentive già gravi di Nadia, sono addirittura peggiorate. Oltre ai libri, non le vengono consegnati neanche i vaglia per poterli acquistare tramite il carcere e in un istituto di pena, quello abruzzese, dove è assente la figura del garante dei diritti dei detenuti.

La sezione femminile del carcere speciale de L’Aquila è tristemente nota per le condizioni detentive di gran lunga peggiori delle sezioni a 41bis di altre carceri, che riserva alle donne perquisizioni corporali quando si esce dalla cella nell’unica ora quotidiana, totale divieto di comunicare tra detenute, corrispondenza con l’esterno praticamente inesistente per la forte censura.

Con la sentenza della Corte Costituzionale dell’8.02.17, n° 122, questa tortura bianca è stata dichiarata definitivamente legittima, nonostante il parere contrario della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato.

Oggi a L’Aquila si processa una donna, che continua a ribellarsi a questo sistema di tortura e annientamento dell’identità umana, sociale e politica e noi siamo qui per chiedere la fine del 41 bis per Nadia Lioce. Perché il 41 bis è tortura e ribellarvisi è giusto e doveroso!


Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - L’Aquila
mfpraq@autistici.org

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