UNA RISPOSTA DA UNA COMPAGNA DEL MFPR
Vorrei
segnalare a questa redazione, che un appello per difendere la vita
della prigioniera politica Nadia Lioce è partito proprio delle
donne, in particolare dalle donne proletarie del mfpr.
Nadia Lioce infatti è stata sottoposta a un ulteriore inasprimento delle condizioni detentive dal
29 novmbre 2014 solo e in quanto prigioniera politica coerente con le sue scelte di lotta. E al di là di là del del giudizio su queste ultime, noi, come donne proletarie riteniamo profondamente ingiusto che Nadia venga ancora sottoposta a un regime di detenzione durissimo solo perché donna e rivoluzionaria. Come donne proletarie subiamo continuamente un doppio attacco, di genere e di classe, alle nostre condizioni di vita. Questo attacco, legittimato dallo Stato e dalle istituzioni al servizio del sistema capitalistico e non certo della libertà e della autodeterminazione delle donne proletarie e del popolo (vedi Jobd act, la "buona scuola" dei padroni, la legge Lupi contro le donne e le famiglie senza casa né reddito ecc.), rivela anche nelle carceri italiane la duplice oppressione, di genere e di classe di questo sistema da moderno medioevo, che per sopravvivere inasprisce ulteriormente la guerra ai più deboli. Nell'articolo da voi pubblicato, Giulio Petrilli si chiede dove siano le donne democratiche della sua città. Io invece mi chiedo se ci siano ancora delle donne e degli uomini sinceramente democratici, in una città e in un paese che di democrazia non ha più niente. Ma su questo aspetto troppo ci sarebbe da dire su i vari mandanti di un massacro sociale in atto già da tempo ma che qui a L'Aquila si è sempre cercato di tenere nascosto con il pretesto dell'emergenza "terremoto". Ma ora che l'emergenza terremoto è finita guardiamoci in faccia e vediamo chi sono i sinceri democratici. Luigia De Biasi, mfpr, disoccupata dello Slai Cobas per il sindacato di classe (AQ)
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