Il Tar: «Quel soldato si è ammalato in Iraq con l’uranio impoverito»
di Mauro Ravarino
Il tribunale del Piemonte riconosce la causa di servizio.
Storica sentenza: non toccherà più ai militari mostrare il nesso tra
uso dei proiettili e patologia.
Non toccherà più a loro dover dimostrare la relazione tra missione e malattia, ma al ministero produrre prove scientifiche della mancanza di nesso tra causa di servizio e patologia. La storica sentenza del Tar riguarda un soldato di 32 anni, che ha lavorato – da aprile a novembre 2006 – in Iraq, a Camp Mittica, la base italiana alle porte di Nassiriya. In quei sette mesi, senza nemmeno un giorno di licenza, aveva partecipato alle attività di bonifica di aree contaminate da uranio impoverito, senza indossare idonee protezioni. Inoltre, durante le esplosioni, il giovane, insieme ad altri colleghi, era costretto a rifugiarsi per ore all’interno di piccole strutture, senza adeguato riparo dalle polveri sottili sprigionate dagli armamenti all’uranio.
Successivamente, dal 20 luglio 2008 al 18 febbraio 2009, il militare è stato impiegato nella squadra “disinfettori” tra Libano e Israele, infine ha svolto le mansioni di radiofonista a Beirut. Cinque anni dopo il rientro a casa, nel 2014, gli è stato diagnosticato un grave tumore maligno al pancreas...
...Il verdetto apre uno spiraglio per gli oltre duemila soldati affetti da tumore dopo essere stati esposti a radiazioni di uranio impoverito...
I primi casi segnalati in Italia di ammalati a causa dell’uranio impoverito risalgono al 1999... Nel 2001 Carla del Ponte, allora a capo del Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia, affermò che l’uso di armi all’uranio impoverito da parte della Nato avrebbe potuto essere considerato un crimine di guerra. Pochi anni fa arrivò agli onori delle cronache la drammatica storia di Salvo Cannizzo, ex marò morto nel 2012 per un tumore al cervello. Entrò in contatto con l’uranio impoverito in Kosovo... E accusò le forze statunitense di aver lasciato gli italiani a operare in zone ad alto rischio senza precauzioni, nonostante conoscessero i terribili rischi".
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