Il ministro conferma: da me restano tutti cococò
Al faccia a faccia con Cgil, Cisl e Uil si è presentata l’azienda (Italia Lavoro è una società di diritto privato di proprietà interamente pubblica), affermando che non solo i 900 rimarranno tutti collaboratori, ma anche che un centinaio di loro non riavrà mai il posto. Infatti tutti i contratti sono in scadenza il 31 marzo, ma a breve (più o meno entro maggio) si apriranno le vacancy per 60 posti, e successivamente se ne apriranno altre 200. Fine...
La linea è insomma quella di diminuire l’organico generale (dagli attuali 1310 operatori a 1230) e di confermare come dipendente solo chi già lo è: mentre i 900, dopo anni di lavoro, ricevono il benservito...
Il ministro Giuliano Poletti però, se vorrà confermare i propri cocoprò, farà bene a correre: perché almeno per ora i sindacati hanno deciso, unitariamente, di non firmare nessun accordo in applicazione del Jobs Act. La riforma del governo, come è noto, ha cancellato il lavoro a progetto, salvo permettere di continuare a utilizzare le collaborazioni in presenza di un’intesa con i sindacati. Appunto quella che viene chiesta adesso a Cgil, Cisl e Uil.
Poletti ha spiegato che le collaborazioni a Italia Lavoro sono giustificate perché «legate a progetti», dimenticando di ricordare che quei collaboratori occupano quei posti da diversi anni: e che si occupano di attività core, come la consulenza ad agenzie per l’impiego e regioni..."
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