Con lo sviluppo della
circolazione delle merci al denaro viene assegnata un’altra funzione, quella di
mezzo di pagamento perché, tra
l’altro, dice Marx “… si sviluppano situazioni per le quali la cessione della
merce viene separata nel tempo dalla realizzazione del suo prezzo”. E cioè
prima c’è la vendita e poi a distanza di tempo, il pagamento. “Qui basta
accennare le più semplici di tali situazioni. Un genere di merce esige per la
sua produzione una durata maggiore, un altro una durata minore. La produzione
di differenti merci è connessa a stagioni differenti. Una merce nasce sul suo
mercato, l'altra deve viaggiare verso un mercato lontano. Quindi un possessore
di merci può presentarsi come venditore, prima che l'altro possa presentarsi come
compratore… Un possessore di merci vende merce esistente, l'altro compra come
puro e semplice rappresentante di denaro o come rappresentante di denaro
futuro. Il venditore diventa creditore,
il compratore diventa debitore.”
Questi caratteri sono
tipici del capitalismo, ma, aggiunge Marx “…gli stessi caratteri possono
presentarsi anche in maniera indipendente dalla circolazione delle merci. La lotta delle classi nel mondo antico,
per esempio, si muove principalmente nella forma di una lotta fra creditore e debitore, e in Roma finisce con la
disfatta del debitore plebeo, che viene sostituito dallo schiavo. Nel Medioevo la lotta finisce con la
disfatta del debitore feudale, che ci rimette, con la base economica, la sua
potenza politica.”
Dunque il compratore
promette di pagare (il denaro qui “funziona come mezzo ideale di compera”) “la somma di denaro ch'egli deve dare a una
scadenza determinata.” E “Benché esista solo nella promessa di denaro del
compratore, ha per effetto il cambiamento di mano delle merci. Solo alla
scadenza del termine di pagamento il mezzo di pagamento entra realmente in circolazione, cioè passa dalla mano del
compratore in quella del venditore. Il mezzo di circolazione s'era trasformato
in tesoro, perché il processo di
circolazione s'era interrotto con la prima fase, ossia perché la figura
trasformata della merce era stata sottratta alla circolazione. Il mezzo di
pagamento entra nella circolazione, ma dopo che la merce ne è già uscita. Non è più il denaro a mediare il processo.
Lo conclude, in maniera
indipendente, come esistenza assoluta del valore di scambio o merce universale. Il venditore aveva trasformato merce in
denaro per soddisfare mediante il denaro un bisogno; il tesaurizzatore, per conservare la merce in forma di denaro; il compratore debitore, per poter pagare. Se
non paga, hanno luogo vendite forzate dei suoi averi. Quindi, la figura di valore della merce, il denaro, diventa ora fine a se stesso
della vendita, per una necessità sociale che sgorga dalle condizioni stesse del
processo di produzione.”
A questo punto “La
merce del venditore circola, ma realizza il suo prezzo soltanto in un titolo di diritto privato sul denaro…” e cioè cambiali, tratte, ecc. in attesa del
pagamento reale, come si suol dire, in contanti.
Come abbiamo visto, nel
corso del suo sviluppo il denaro come mezzo
di circolazione crea una necessaria e forte connessione sociale “fra
venditori e compratori” e questa connessione “sorge nel corso del denaro e con
esso”. Invece, “Invece, il movimento dei
mezzi di pagamento esprime un nesso sociale già esistente e completo prima del movimento stesso.” È il
sistema capitalistico arrivato a maturità, con le sue leggi proprie.
A determinate scadenze
i pagamenti si concentrano e “Con la concentrazione dei pagamenti nello stesso
luogo si sviluppano per forza naturale istituzioni adatte e metodi per la compensazione
dei pagamenti… Basta confrontare i crediti di A verso B, di B verso C, di C
verso A, ecc. perché essi si eliminino reciprocamente come grandezze positive e
grandezze negative, fino a un certo ammontare. Così rimane da saldare solo un
bilancio di dare e avere. Quanto
maggiore la massa concentrata dei pagamenti, tanto più piccolo, relativamente,
il bilancio e quindi la massa dei mezzi di pagamento in circolazione.”
Però,
dice Marx, “La funzione del denaro come mezzo di pagamento implica una
contraddizione immediata. Finché i pagamenti si compensano,
il denaro funziona solo idealmente, come denaro di conto ossia misura dei
valori. Appena si debbono compiere
pagamenti reali, il denaro non si presenta come mezzo di circolazione, come
forma del ricambio organico destinata solo a far da mediatrice e a scomparire,
ma si presenta come incarnazione individuale del lavoro sociale, esistenza
autonoma del valore di scambio, merce assoluta. Questa contraddizione erompe in quel momento delle crisi di produzione
e delle crisi commerciali che si chiama crisi monetaria.”
(Qui Marx aggiunge una
nota che spiega di quale crisi monetaria sta parlando: “La crisi monetaria,
come è definita nel testo quale fase particolare di ogni crisi generale di produzione e di commercio, deve essere
distinta da quel genere speciale di crisi che viene chiamata anch’essa crisi
monetaria, che può però presentarsi per conto proprio, in modo da operare solo
di rimbalzo sull’industria e sul commercio. Queste sono crisi il cui centro di
movimento è il capitale-denaro; quindi la loro sfera immediata è costituita
dalla banca, dalla Borsa, dalla finanza.”)
Questa crisi monetaria quindi
“…avviene soltanto dove sono sviluppati pienamente il processo a catena continua dei pagamenti e un sistema artificiale
per la loro compensazione. Quando si verificano turbamenti generali di questo
meccanismo, e quale che sia l'origine di essi, il denaro si cambia improvvisamente e senza transizioni, e, da
figura solo ideale della moneta di conto, eccolo denaro contante. Non è più
sostituibile con merci profane.”
“Nella crisi, l'opposizione fra la merce e la
sua figura di valore, il denaro, viene fatta salire fino alla contraddizione
assoluta. Perciò qui è indifferente anche la forma fenomenica del denaro. La
carestia di denaro rimane...”
Visto questo sviluppo del
denaro in mezzo di pagamento “… anche
essendo dati prezzi, velocità del corso del denaro ed economia dei pagamenti, la massa di denaro corrente durante un periodo,
per esempio, un giorno, e la massa circolante delle merci, non coincidono più
oltre. C'è in corso del denaro che rappresenta merci da tempo sottratte
alla circolazione. Circolano merci, il cui equivalente in denaro apparirà solo
in futuro …”
Insomma, viene “fatto credito”,
dice Marx: “La moneta di credito proviene immediatamente dalla funzione del
denaro come mezzo di pagamento, in quanto anche certificati di debito per
le merci vendute riprendono a circolare, per la trasmissione dei crediti.” E tutti questi crediti che “riprendono a
circolare”, (e cioè si girano cambiali, certificati di mutui, ecc.) sono stati il
fenomeno visibile scatenante dell’attuale crisi mondiale!
E
dialetticamente i fenomeni si intrecciano: “D'altra parte,
con l'estendersi del credito si estende la funzione del denaro come mezzo di
pagamento. Come tale, esso riceve forme
proprie di esistenza, con le quali si colloca nella sfera delle grandi
transazioni commerciali…” anche a livello mondiale.
“A un certo grado di
intensità e di ampiezza della produzione delle merci la funzione del denaro
come mezzo di pagamento oltrepassa la sfera della circolazione delle merci. Il denaro diventa la merce generale dei
contratti. Rendite, imposte, ecc. si trasformano, da versamenti in natura, in
pagamenti in denaro. Quanto tale trasformazione sia un portato della figura complessiva del processo di produzione, è dimostrato
per esempio, dal tentativo dell'Impero
romano, due volte fallito, di esigere tutti i tributi in denaro …”.
“Lo sviluppo del denaro
come mezzo di pagamento rende necessarie
accumulazioni di denaro per i termini di scadenza delle somme dovute. Mentre
la tesaurizzazione come forma autonoma di arricchimento scompare col progredire
della società civile, essa cresce, viceversa, di pari passo con esso, nella
forma di fondi di riserva dei mezzi
di pagamento.”
Marx conclude questo capitolo
con l’analisi del denaro come Moneta
mondiale.
“… Nel commercio
mondiale le merci dispiegano universalmente il loro valore. Dunque, la loro
forma autonoma di valore si presenta quivi di fronte ad esse, ovviamente, come
moneta mondiale. Solo sul mercato mondiale
il denaro funziona in pieno come quella merce la cui forma naturale è allo
stesso tempo forma immediatamente sociale di realizzazione del lavoro umano in
abstracto. Il suo modo di esistenza diventa adeguato al suo concetto.”
“La moneta mondiale funziona
come mezzo generale di pagamento, mezzo generale d'acquisto e come materializzazione assolutamente sociale
della ricchezza in genere.... Predomina la funzione di mezzo di pagamento,
per la compensazione dei bilanci internazionali… L'oro e l'argento servono da
mezzo di acquisto internazionale essenzialmente tutte le volte che viene
perturbato all'improvviso l'equilibrio abituale del ricambio organico fra varie nazioni...”
“Come per la sua circolazione interna, ogni paese ha bisogno d'un fondo di riserva
per la circolazione sul mercato mondiale. Le
funzioni dei tesori sorgono dunque, in parte dalla funzione del denaro come
mezzo interno di circolazione e di pagamento, in parte dalla sua funzione come
moneta mondiale. Per questa ultima parte si esige sempre la merce denaro reale,
oro e argento in persona…”
Oggi il ministero del tesoro di ogni paese ha la
propria riserva composta essenzialmente
di “valuta pregiata”, in particolare dollari, mentre l’oro (non più l’argento),
benché non con l’estensione che aveva in passato, serve ancora come mezzo di acquisto
e di riserva e di “bene rifugio” soprattutto nei momenti di “perdita di fiducia”
in questo sistema di produzione.
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