Resistere alla controrivoluzione non è un
atto, è un processo
La condizione di
rivoluzionario/a prigioniero/a è quella di ostaggio del nemico, ma la condizione
di ostaggio esiste ovunque la classe dominante eserciti il suo potere, la sua
dittatura, la sua guerra civile e la sua legge non dichiarate. Le esecuzioni
extragiudiziali e le condizioni brutali e disumane per perpetrare
l’annichilimento del “bersaglio” esistono nella pratica e nei codici non
dichiarati. I paesi che “non
praticano la pena di morte” esistono assieme agli unicorni e all’araba fenice, e quelli dove essa è perpetrata ufficialmente, la aggiungono alle operazioni clandestine.
praticano la pena di morte” esistono assieme agli unicorni e all’araba fenice, e quelli dove essa è perpetrata ufficialmente, la aggiungono alle operazioni clandestine.
La sottoposizione di un/una
comunista, rivoluzionario/a, elemento cosciente, ecc., a condizioni di
annientamento o ad esecuzione non dichiarata, possono avvalersi di strumenti non
convenzionali; la stessa compromissione dell’integrità psico-fisica del
“bersaglio”, con mezzi farmacologici, psichiatrici e/o psicotropi, scientifici,
violenti, ecc., che serve da “antipasto” al suo annichilimento, da
copertura all’operazione, può essere spacciata per una dinamica
spontanea.
Lo scetticismo peloso è un
lusso di chi cova in silenzio la superstizione nella democrazia borghese, di chi
non se la sente di affrontare una dittatura agguerrita, la quale, apposta, offre
la sua mascheratura agli occhi semichiusi, alla superficialità, al meccanicismo
e all’incompetenza strategica dei gonzi, o delle “quinte colonne” che simulano. Un lusso
per collaborazionisti, sforzarsi di chiudere gli occhi. I propri, per quanto
riguarda chi è “in buona fede”; gli occhi degli altri, per quanto riguarda gli
“increduli” o “distratti” paraculi e marpioni.
L’ordinamento sociale della
borghesia imperialista equivale alla forma universale e più sviluppata del
crimine organizzato. La socialdemocrazia dell’epoca imperialista è un’arma da
guerra, non un’attitudine civile. Gli spacciatori di quel letame, o sono dei
cerebrolesi, inconcepibilmente in grado di articolare e manifestare un pensiero,
peraltro fantascientifico, fabbricato con riga e squadra, e di farlo valere di
contro alla realtà e all’esperienza concreta, o sono dei sabotatori
all’opera.
L’inesistenza o la
sporadicità di momenti o di istanze che, di più nel passato, puntavano i
riflettori sugli aspetti della controrivoluzione e, magari con una
consapevolezza incompleta, contribuivano a tutelare l’incolumità di compagni/e,
costa assai cara ai rivoluzionari e alla rivoluzione.
Resistere a una
controrivoluzione basata sui canoni della guerra civile, ma che è come un
liquido assorbito in una spugna, la quale maschera, contiene e dà una fisionomia
ingannevole, è un impegno e un compito storico che ci si è prospettato e che
nell’epoca imperialista, e in questi ultimi decenni, è più pressante che mai.
Questa resistenza ha un valore strategico. L’accumulazione di forze
rivoluzionarie è ostacolata intenzionalmente dalla classe dominante; questa
accumulazione è la traduzione del termine “rivoluzione” nella prima fase del
cammino. Questa resistenza e questa accumulazione conferiscono alla rivoluzione
il passaggio all’età adulta; esse sono arcinote alla classe dominante come
fattori da sopprimere con qualsiasi mezzo.
Trarre un corretto bilancio dell’esperienza attuale,
studiare il bilancio dell’esperienza storica del movimento comunista, conoscere
la vasta scienza marxista-leninista-maoista come un chirurgo conosce
l’anatomia.
Resistere, accumulare forze rivoluzionarie, addentrarsi
nella prima fase della rivoluzione!
Il silenzio su cosa è e cosa fa il nemico è
collaborazionismo. Smascherare la controrivoluzione, le sue pratiche assassine,
le esecuzioni extragiudiziali dissimulate, le condanne a morte o al “procurato
suicidio” senza processo, clandestine e non dichiarate!
Solidarietà ORGANIZZATA a tutti i compagni/e
perseguitati/e! Rafforzare o dar vita a un forte organismo di sostegno, denuncia
e lotta, che faccia conoscere ciò che la controrivoluzione compie sia
apertamente che copertamente, e che favorisca la
resistenza!
Resistere alla controrivoluzione non è un atto, è un
processo di elevazione della coscienza, di inchiesta, di denuncia e lotta, di
solidarietà collettiva, di diffusione e divulgazione, di
organizzazione.
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