Attesa per domani la sentenza
Contro la rivolta di piazza del 14 dicembre 2010 contro il governo Berlusconi e il ddl Gelmini sull'università, le pesanti richieste di condanna arrivate oggi: chiesti per 26 attivisti pene tra i 4 anni e 6 mesi e i 4 mesi.
Il 14 dicembre del 2010 decine di migliaia di giovani e precari invadevano Roma per riappropriarsi del loro futuro. Mentre il parlamento confermava la fiducia all'ultimo governo Berlusconi, in piazza esplodeva la rivolta di una generazione dopo due anni di mobilitazione iniziata con la lotta contro la Riforma Gelmini nel 2008. Quel movimento dell'onda che per primo in tutta Europa ha urlato: 'noi la crisi non la paghiamo'. Piazza del Popolo diventava teatro di ore di scontri con le forze dell'ordine. Mentre in migliaia sfidavano lacrimogeni, manganelli e caroselli, altre migliaia applaudivano e incitavano le prime file a resistere. Con un solo respiro e uno solo cuore una generazione intera in quella giornata ha detto no al futuro di povertà e sfruttamento che hanno continuato anche in questi anni a costruire per noi, determinati nel mostrare che il 'Re è nudo', l'abisso tra i palazzi del potere e le nostre vite. Nessuna fuga in avanti, nessuna avanguardia, nessun professionista della guerriglia come piace raccontare a molti media e alla magistratura. Per questo le richieste di condanna arrivate i in aula suonano come una vendetta, il tentativo di evitare che giornate come quella del 14 dicembre del 2010 torni a turbare i sogni di chi ci governa.
Comunicato stampa: "14 Dicembre 2010 Nella Piazza del Popolo non lasciamo solo nessuno"
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