In Messico prosegue senza sosta la lotta degli studenti e delle masse popolari per la verità e giustizia, ma il governo narco-terrorista appoggiato dall'imperialismo USA li reprime. Serve la solidarietà internazionale
I militari sapevano tutto. E' il risultato di un’inchiesta giornalistica che sta scuotendo il Messico, dopo il caso dei 43 studenti scomparsi nel nulla nella città di Iguala.
Sconvolgente
rivelazione di una serie di rapporti interni del 27° battaglione di
fanteria, di stanza a Iguala, pubblicati dalla rivista "Proceso":
"i militari erano al corrente delle aggressioni subiti dai 43 studenti "desaparecidos", poi consegnati a sicari del gruppo narco Guerreros Unidos, che li hanno uccisi e poi distrutto i corpi nella discarica di un comune limitrofo"
"i militari erano al corrente delle aggressioni subiti dai 43 studenti "desaparecidos", poi consegnati a sicari del gruppo narco Guerreros Unidos, che li hanno uccisi e poi distrutto i corpi nella discarica di un comune limitrofo"
I rapporti indicano che dalle 23 del 26 settembre alle 6 del mattino del 27 – la notte in cui sono “spariti” 43 studenti di Ayotzinapa- due unità militari pattugliavano le strade di Iguala. “Hanno visto i cadaveri, sono andati negli ospedali dove hanno scoperto i feriti e hanno saputo delle sparatorie e degli attacchi”, scrive la rivista, ma quando al giorno seguente i compagni dei “desaparecidos” li cercavano per la città e ne denunciavano la sparizione, l’informativa sui pattugliamenti indica “nessuna novità“.n uno dei documenti pubblicati da Proceso si legge: “Intorno alle 22.30 sono arrivate sul posto tre vetture della polizia dalle quali sono scesi agenti vestiti di nero ed incappucciati, che hanno detto agli studenti di scendere dal camion, ma questi hanno detto che avevano compagni feriti (erano stati attaccati poco prima, ndr) e intorno alle 22.35 i poliziotti appena arrivati hanno cominciato ad obbligare gli studenti a scendere”. La maggior parte degli studenti che si trovavano su quel camion sono “desaparecidos”
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