Confessiamo di essere ancora in pieno travaso di bile. Sì, perché
solo questo effetto può produrre l’articolo
di Andrea Galli di questa mattina sulle pagine milanesi del
Corriere della Sera.
Un articolo sulla vicenda delle perquisizioni
di ieri agli attivisti del Comitato Autonomo Abitanti Barona con
relativi divieti di dimora a Milano e obblighi di firma.
Le accuse sono pesanti e sordide. Estorsioni,
pestaggi (anche a una donna incinta, con tanto di presunti dettagli
estremamente precisi: “pugni sui seni”…) e tutta il
peggio che potrebbe essere imputato alla più feroce gang criminale.
L’articolo parte alla carica con un: “Eccoli qui, gli
aspiranti rivoluzionari, i paladini (rigorosamente a parole) degli
oppressi e dei loro diritti. Che invece schiavizzano e picchiano a
sangue. Dopo aver chiesto i soldi. Presentiamoli, in ordine
alfabetico”. E poi via con i nomi e cognomi degli
indagati. Non c’è che dire! Un inizio degno di Libero, il
Giornale,
la Verità…anzi forse peggio. Per chi ha un po’ di memoria storica frasi del genere ricordano gli articoli del Borghese e del Candido, poco rimpianti fogli reazionari dell’Italia della Prima Repubblica. Persino la Questura, nei suoi comunicati stampa, sa fare di meglio e utilizza toni che, in confronto a quelli di Galli, si possono definire professionali e morati. L’articolo è il consueto minestrone che mischia anticomunismo viscerale, moralismo da quattro soldi e luoghi comuni.
In una chiacchierata da bar davanti a un bianchino probabilmente si
sarebbero fatti dei ragionamenti più complessi… I verbi
dell’articolo sono tutti all’indicativo. Neppure un’ombra di un
condizionale, di un dubbio. Le prove sono granitiche. Le carte
dell’accusa verità assoluta! Alla faccia del garantismo e della
presunzione di non colpevolezza! Peccato per il piccolo
particolare, ovviamente non riferito dall’ottimo Galli, che
l’accusa avesse chiesto gli arresti per gli indagati (per fatti,
tra l’altro, di più di un anno fa) e il gip non li abbia
concessi. Un fatto non proprio secondario in un’inchiesta penale…
Del resto era granitica la certezza della responsabilità di Valpreda
nella strage di piazza Fontana, era granitica la certezza delle
molotov presenti alla Diaz durante il G8, era granitica la certezza
dell’innocenza dei Carabinieri nella morte di Stefano Cucchi…
Tutte certezze puntualmente, scusate il francesismo, finite nel
cesso. Altro elemento che accomuna tutta una serie di articoli della
redazione milanese del Corrierone. L’assoluta e totale
mancanza di contraddittorio.la Verità…anzi forse peggio. Per chi ha un po’ di memoria storica frasi del genere ricordano gli articoli del Borghese e del Candido, poco rimpianti fogli reazionari dell’Italia della Prima Repubblica. Persino la Questura, nei suoi comunicati stampa, sa fare di meglio e utilizza toni che, in confronto a quelli di Galli, si possono definire professionali e morati. L’articolo è il consueto minestrone che mischia anticomunismo viscerale, moralismo da quattro soldi e luoghi comuni.
Mai che ci si degni di sentire la controparte! Mai
una sola volta! Alla faccia dell’abc del giornalismo e
della deontologia professionale! Che si tratti di un corteo di 10.000
persone solidale con la lotta dei curdi o di occupazioni di casa poco
importa. La parola d’ordine è una sola, categorica e
impegnativa per tutti: dare spazio solo alle voci di Questura e
Procura! L’operazione è sempre uguale da anni. Creare il caso e
favorire la repressione. E ora, trasformare la lotta per la casa in
una squallida vicenda criminale così da rendere impraticabile
qualsiasi difesa pubblica degli indagati. Di fronte ad accuse così
infamanti come ci si può difendere? Lo avevamo già visto per il
Giambellino
e ora viene replicato in Barona. Noi, che abbiamo un’indole
libertaria e garantista consiglieremmo ai giornalisti del Corriere
di girare un po’ per Milano, fare qualche domanda nelle
strade….insomma cose banali. In attesa di un pezzo altrettanto
carico d’odio, disprezzo e sagacia contro un clan della ‘ndrangheta
o qualche potente corrotto…
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