venerdì 1 novembre 2019

pc 1 novembre - Ancora sull'operazione repressiva in Barona, il ruolo della stampa da Milanoinmovimento:Corriere Milano. Se questo è giornalismo


Confessiamo di essere ancora in pieno travaso di bile. Sì, perché solo questo effetto può produrre l’articolo di Andrea Galli di questa mattina sulle pagine milanesi del Corriere della Sera.
Un articolo sulla vicenda delle perquisizioni di ieri agli attivisti del Comitato Autonomo Abitanti Barona con relativi divieti di dimora a Milano e obblighi di firma.
Le accuse sono pesanti e sordide. Estorsioni, pestaggi (anche a una donna incinta, con tanto di presunti dettagli estremamente precisi: “pugni sui seni”…) e tutta il peggio che potrebbe essere imputato alla più feroce gang criminale. L’articolo parte alla carica con un: “Eccoli qui, gli aspiranti rivoluzionari, i paladini (rigorosamente a parole) degli oppressi e dei loro diritti. Che invece schiavizzano e picchiano a sangue. Dopo aver chiesto i soldi. Presentiamoli, in ordine alfabetico”. E poi via con i nomi e cognomi degli indagati. Non c’è che dire! Un inizio degno di Libero, il Giornale,
la Verità…anzi forse peggio. Per chi ha un po’ di memoria storica frasi del genere ricordano gli articoli del Borghese e del Candido, poco rimpianti fogli reazionari dell’Italia della Prima Repubblica. Persino la Questura, nei suoi comunicati stampa, sa fare di meglio e utilizza toni che, in confronto a quelli di Galli, si possono definire professionali e morati. L’articolo è il consueto minestrone che mischia anticomunismo viscerale, moralismo da quattro soldi e luoghi comuni.
In una chiacchierata da bar davanti a un bianchino probabilmente si sarebbero fatti dei ragionamenti più complessi… I verbi dell’articolo sono tutti all’indicativo. Neppure un’ombra di un condizionale, di un dubbio. Le prove sono granitiche. Le carte dell’accusa verità assoluta! Alla faccia del garantismo e della presunzione di non colpevolezza!  Peccato per il piccolo particolare, ovviamente non riferito dall’ottimo Galli, che l’accusa avesse chiesto gli arresti per gli indagati (per fatti, tra l’altro, di più di un anno fa)  e il gip non li abbia concessi. Un fatto non proprio secondario in un’inchiesta penale… Del resto era granitica la certezza della responsabilità di Valpreda nella strage di piazza Fontana, era granitica la certezza delle molotov presenti alla Diaz durante il G8, era granitica la certezza dell’innocenza dei Carabinieri nella morte di Stefano Cucchi… Tutte certezze puntualmente, scusate il francesismo, finite nel cesso. Altro elemento che accomuna tutta una serie di articoli della redazione milanese del Corrierone. L’assoluta e totale mancanza di contraddittorio.
Mai che ci si degni di sentire la controparte! Mai una sola volta! Alla faccia dell’abc del giornalismo e della deontologia professionale! Che si tratti di un corteo di 10.000 persone solidale con la lotta dei curdi o di occupazioni di casa poco importa.  La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti: dare spazio solo alle voci di Questura e Procura! L’operazione è sempre uguale da anni. Creare il caso e favorire la repressione. E ora, trasformare la lotta per la casa in una squallida vicenda criminale così da rendere impraticabile qualsiasi difesa pubblica degli indagati. Di fronte ad accuse così infamanti come ci si può difendere? Lo avevamo già visto per il Giambellino e ora viene replicato in Barona. Noi, che abbiamo un’indole libertaria e garantista consiglieremmo ai giornalisti del Corriere di girare un po’ per Milano, fare qualche domanda nelle strade….insomma cose banali. In attesa di un pezzo altrettanto carico d’odio, disprezzo e sagacia contro un clan della ‘ndrangheta o qualche potente corrotto…

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