"Nuovo capitolo nella vertenza Italpizza, azienda leader del settore alimentare emiliano-romagnolo, che ha visto ieri il TAR regionale confermare otto misure punitive emanate lo scorso maggio dal questore Maurizio Agricola. I provvedimenti, indirizzati ad altrettanti delegati del SI COBAS – da mesi attivo nella lotta alle pesanti discriminazioni ed abusi vigenti all’interno del colosso modenese – ne prevedono l’allontanamento dal capoluogo geminiano per tre anni.
La vertenza, iniziata lo scorso anno, è riuscita dopo una forte mobilitazione a strappare importanti vittorie – come il reintegro di alcune operaie ingiustamente licenziate
proprio per le battaglie intraprese all’interno dell’azienda – è stata
accompagnata nei mesi da un’intensa attività repressiva e antisindacale
da parte della questura modenese. La quale ha trovato una gradita sponda
nei decreti sicurezza varati dal governo gialloverde, misure che la
nuova ministra dell’Interno Lamorgese non sembra affatto intenzionata a
rimettere in discussione.
Otto attivisti sindacali di Bologna cacciati da #Modena per la partecipazione alla lotta
delle lavoratrici e dei lavoratori di #Italpizza, una di Parma, impugnata presso il consiglio di stato la sentenza del Tar che riconosce legittimità alla attività sindacale.
delle lavoratrici e dei lavoratori di #Italpizza, una di Parma, impugnata presso il consiglio di stato la sentenza del Tar che riconosce legittimità alla attività sindacale.
E’ la nuova frontiera
che la repressione pone a Modena contro il concetto più importante che è
alla base di ogni azione sindacale: la pratica della solidarietà.
Il fatto che la
battaglia sindacale implichi la solidarietà tra gli oppressi è il fulcro
del movimento proletario, la base sulla quale si costruisce ogni difesa
possibile dagli abusi: la legittimità delle richieste delle lavoratrici
e dei lavoratori di Italpizza è stata certificata anche dagli accordi
che tale azienda ha siglato con altre formazioni sindacali, ma la
volontà di colpire chi aveva sollevato quelle rivendicazioni rimane il
fulcro della attività di repressione del governo locale che è ormai
parte del governo nazionale.
Si colpiscono
attivisti sindacali che sono stati presenti davanti ai cancelli di
Italpizza per la più nobile delle attività umane, che è quella di non
restare indifferenti ai problemi degli appartenenti alla stessa classe,
senza perseguire un interesse privato, ma lottando per un ideale di
giustizia e di eguaglianza. È questo il principio che si vuole abbattere
con questa azione repressiva: ci vogliono atomizzati, divisi e privi di
valori, vogliono una umanità sottomessa e priva di ogni dignità, priva
di ogni solidarietà di classe.
Certo il problema
della repressione è più generale e non riguarda solo questa città, ma
colpisce chi lotta con lo strumento dei decreti-Salvini: per difendersi è
necessario reagire facendo un unico fronte di lotta contro l’azione dei
padroni e dello Stato..."
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