Gli spezzoni più grossi venivano da Bologna, Napoli-Caserta, Brescia, poi vari da Modena, Genova, Pavia, Novara, Parma, Roma, ecc. Insieme altre realtà: il movimento romano per il diritto all'abitare, i disoccupati napoletani.
La parola d'ordine principale della manifestazione era contro il governo Conte bis, e per un fronte anticapitalista; negli striscioni, negli interventi a conclusione del corteo nel piazzale dell'Altare della Patria, sono stati attaccati gli aspetti principali più anti lavoratori e antisociali di questo governo PD/M5S: i Decreti sicurezza fascisti e razzisti contro i migranti e le lotte dei lavoratori, affermando invece l'unità di lavoratori italiani e immigrati nella lotta; la legge sulla rappresentanza sindacale che attacca le libertà sindacali, il diritto di sciopero e di organizzazione dei lavoratori; quindi contro fascismo, guerra, repressione.
Bologna apriva con uno striscione che ricordava Nabil.
I vari spezzoni dei migranti soprattutto hanno dato calore al corteo, calore di lotta, di determinazione ad andare sempre avanti, non smettendo neanche per un momento di gridare slogan, con uno spirito combattivo e unitario.
Occorre dire che lo stesso spirito unitario, nel costruire una manifestazione contro il governo non è stato molto presente nel Si.cobas.
Una manifestazione, necessaria contro padroni e governo, perchè non fosse ancora solo del Si.cobas, ha bisogno di un lavoro per unire le realtà di classe e combattive del sindacalismo di base, per questo lavoro occorre tempo, più partecipazione e anche lotta all'interno. Così come occorre guardare e collegarsi alle realtà operaie al centro dello scontro con padroni, vedi la vertenza per il contratto dei metalmeccanici e altre realtà di operai già in lotta contro licenziamenti, chiusura di fabbriche, ecc. Questo lo Slai cobas sc lo aveva già detto nell'assemblea di Napoli del 29 settembre.
Una rappresentanza di proletari comunisti ha partecipato al corteo, portando la parola d'ordine necessaria in questo fase, sia per lo sviluppo della lotta sindacale di classe che per la necessaria battaglia e organizzazione politica dei proletari:
"Contro ogni governo dei padroni - guerra di classe - partito per la rivoluzione proletaria".
E diffondendo tante copie del nuovo numero del giornale proletari comunisti.
Abbiamo detto anche chiaramente il nostro giudizio sulla proposta portata dal Si.cobas del Fronte anticapitalista.
Proletari comunisti è d’accordo sulla necessità di costruire quello che però noi definiamo un fronte unito dei proletari e masse popolari che naturalmente raccolga organizzazioni politiche e sociali impegnate nelle lotte dei proletari e delle masse
popolari, in netta distinzione con i governi dei padroni, i partiti presenti negli attuali parlamenti, i sindacati confederali che sostengono e collaborano con i padroni, i governi e lo Stato del capitale.
Ma il modo con cui è stata lanciata questa proposta non ci convince. Innanzitutto, per noi fondamentale di questo fronte è il sindacalismo di base e di classe, e riteniamo quindi necessario lavorare innanzitutto per l’unità del sindacalismo di base e di classe, attraverso una fusione o una federazione. Lo Slai cobas sc aderirebbe da subito ad una proposta di questa natura e discuterebbe nel merito piattaforma e funzionamento.
L’altra obiezione di fondo è che questa proposta svicola, per usare un termine che esponenti politici di quest’area hanno usato nell’assemblea, dal problema principale che ha oggi il proletariato: la costruzione del suo partito. Senza partito di classe un fronte non avrà mai una linea di classe, né la classe operaia avrà il suo strumento di guida e di egemonia nel fronte. E quando non c’è l’egemonia della classe operaia, l’egemonia è della piccola borghesia, qualunque sia la forma con cui opera. Oggi cavalli di troia della piccola borghesia sono sicuramente il movimento Friday for future che invece, a giudicare dall’assemblea, questi compagni accolgono con favore senza porre distinguo con la lotta anticapitalista sul fronte dell’ambiente e con la natura e pratica di questo movimento.
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