lunedì 28 ottobre 2019

pc 28 ottobre - ARCELORMITTAL-GOVERNO-SINDACATI UNITI

La cosiddetta "cancellazione dell'immunità penale" esce dalla porta e rientra dalla finestra? 
Sembra che ognuno - ArcelorMittal, Governo /Ministero dello Sviluppo Economico, Fim, Uil, Fiom - faccia la sua parte per tutelare solo i suoi interessi o quelli che rappresenta.
Gli operai, semplicemente non ci sono in agenda; così come non ci sono gli abitanti di Taranto, in particolare dei Tamburi, che sentono al massimo, gli uni parlare di tutela che significa in concreto ammortizzatori sociali (come se non si sa che vogliono dire pesanti tagli al salario e rischio rientro al lavoro), gli altri di vibranti impegni a chiudere l'area a caldo, decarbonizzazione... - Intanto ciò che cambia è solo il livello del ricatto della Mittal sempre più alto.  
Emblematica è la vicenda dell'immunità penale che, sotto la minaccia di Mittal, fa un passo avanti e due passi indietro. 
Il ministro Patuanelli il 25 ottobre  ha cominciato a dare assicurazione al padrone: forse non un reinserimento di un provvedimento ad hoc, ma "una norma di ampio respiro potrà essere presa in considerazione nel caso vi fossero dubbi interpretativi" - si riferisce all'art. 51 del codice penale sulla non punibilità di chi agisce nell'adempimento di un dovere" (1). Quindi di fatto può ancora agire l'imunità penale vedendo i casi di volta in volta.
Certo, alla Mittal non va bene, perchè vuole una immunità certa e generale. Ma il governo "garantisce", al di là della capovolta dei parlamentari dei 5stelle.
Fim, Uilm, Fiom "portavoci" di AM 
Uilm e Fim parlano di "lavoratori" e si dicono preoccupati per le conseguenze dopo il 3 novembre (data in cui sarebbe tornata la minaccia di Mittal di lasciare l'Ilva), ma in realtà intendono "i capi, i
quadri, impiegati di 7° livello", che sarebbero perseguibili se si toglie lo scudo dell'immunità penale (2) - dicendo praticamente che questi possono violare le norme a tutela della salute e sicurezza, ma non devono subire niente... Di fatto Palombella (uilm) e Bentivogli (fim) fanno delle ammissioni sul ruolo di corresponsabili dei capi nelle violazioni alla sicurezza e all'ambiente.
La Fiom da parte sua aggiunge le sue preoccupazioni  per il fatto che le previsioni di aumento della produzione che non si stanno realizzando. 
Questi sindacati in realtà stanno drammatizzando la situazione (Bentivogli parla di 5mila operai che verrebbero messi fuori - E chi farebbe la produzione di 4 milioni di tonnellate, 2000 operai (dato che già circa 1200 sono in cigo)? Amplificano la minaccia di Mittal di recedere dal contratto per premere sul governo perchè faccia due passi indietro.
Alla fine di tutto questo ciò che sicuramente resterà sul campo è un ulteriore scarico da parte di ArcelorMittal della crisi sui lavoratori, con allargamento della cigo, ulterore peggioramento delle condizioni di lavoro all'interno e negli appalti.
(1) 51. Esercizio di un diritto o adempimento di un dovere.
L'esercizio di un diritto o l'adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica o da un ordine legittimo della pubblica autorità, esclude la punibilità.
Se un fatto costituente reato è commesso per ordine dell'autorità, del reato risponde sempre il pubblico ufficiale [c.p. 357] che ha dato l'ordine.
Risponde del reato altresì chi ha eseguito l'ordine, salvo che, per errore di fatto, abbia ritenuto di obbedire a un ordine legittimo.
Non è punibile chi esegue l'ordine illegittimo, quando la legge non gli consente alcun sindacato sulla legittimità dell'ordine. 

(2) La reazione di capi e responsabili è un atto di autoaccusa – i dirigenti sindacali confederali sono il sindacato di questi. E di tutto il resto se ne fregano.

(dalla stampa): “ArcelorMittal, via scudo penale: sì del Senato Approvato il DL Imprese, con soppressione art.14. Ma anche un odg a tutela del siderurgico.
Prime reazioni sindacali: "In fabbrica ora hanno tutti paura"
Il Senato ha votato la fiducia al governo sul decreto salva-imprese con 168 voti favorevoli e 110 contrari. A Palazzo Madama il testo incassa un solo voto in meno rispetto a quello per la fiducia al secondo governo Conte. Tra le misure contenute nel decreto, figurano anche maggiori tutele per i rider, la proroga della cassa integrazione per diverse realtà in crisi. E, inoltre, è stato approvato l’emendamento M5S soppressivo dell’articolo 14 con lo scudo per i manager di ArcelorMittal Italia (ex-Ilva). Sul tema, è stato approvato un ordine del giorno Pd-Iv-Autonomie a tutela del sito siderurgico sul quale si è impegnato in Aula il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. Il testo ora passa alla Camera, dove dovrà essere approvato entro il 3 novembre”.

La prima reazione è di Rocco Palombella, segretario nazionale della UILM. Parlando dello stabilimento ex Ilva a Taranto, ora ArcelorMittal, dopo il voto in Senato sul provvedimento che toglie lo scudo penale,dice: “Si è innescato un processo di paura da parte dei lavoratori che hanno la responsabilità della gestione, che devono firmare documenti o impartire ordine. Sono i capisquadra, i capireparto, i capiturno. Non i vertici. Chiedono di essere esonerati da responsabilità. E così parte una reazione a catena che inesorabilmente porta al fermo”.
«Dall’azienda ci arrivano segnali di persone che non vogliono rischiare condanne facendo il loro lavoro, applicando la legge». Così il segretario generale della Fim, Marco Bentivogli, parlando delle reazioni di «impiegati e quadri» di ArcelorMittal a Taranto a seguito della soppressione delle scudo penale. Per il sindacalista «il governo non si è reso conto di quello che ha fatto»

Come si legge, la preoccupazione dei sindacati confederali non è per i lavoratori e per la popolazione di Taranto che con l'immunità penale ad AM sarebbero ancora più a rischio, ma per le conseguenze per i capi, i quadri.
Ma se questi operassero nel rispetto delle leggi sulla sicurezza e la salute, di cosa dovrebbero avere paura? Evidentemente sanno bene che di violazioni alle norme su sicurezza e salute l'azienda e koro ne fanno ogni giorno e vogliono restare impuniti...

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