Parlando con un compagno di Pap di Napoli
La manifestazione di ieri 31 ottobre è stata molto grossa, erano presenti varie delegazioni delle realtà napoletane. Il clima era bello e combattivo. Gli operai, le operaie hanno tirato un respiro di sollievo, ma sono sempre arrabbiati e determinati. Non si fidano della Whirlpool e del Governo e contrastano chi canta facilmente “vittoria”. Questo passo indietro della Whirlpool – dicono – può essere una tattica aziendale per prendere tempo.
Certo, noi pensiamo che questo va messo in conto. Anche i padroni imparano le lezioni e la Whirlpool ora cerca di evitare lo scontro frontale.
Ma anche i lavoratori imparano le lezioni della lotta di classe.
Nel passo indietro, si dice, vi sono anche altri fattori che l’azienda ha messo in conto: la opportunità di continuare una minima produzione che comunque per ora può fare solo a Napoli, la perdita degli incentivi statali – previsti nell’accordo - che inciderebbero anche sugli altri siti, la permanenza del contratto di solidarietà fino a marzo.
Ma questo ritiro dei licenziamenti non era affatto scontato e il piano già tutto pianificato.
Senza la lotta degli operai e operaie, la Whirlpool avrebbe già chiuso/ceduto la fabbrica. I fatti sono
che la lotta ha per il momento bloccato i suoi piani e i padroni hanno dovuto rinunciare a perseguire
la linea dello scontro frontale.
Ora, si apre una nuova fase della lotta. E nella lotta di classe conta eccome chi ha fatto un passo avanti e chi ha fatto un passo indietro.
E’ chiaro, d’altra parte che la sfiducia ha pienamente ragion d’essere anche sul fronte sindacale.
I sindacati confederali possono cedere. La Cisl in particolare, in legame con De Luca, propende per l’ingresso di Invitalia, insieme ad un acquirente privato (e anche rispetto all’ipotesi dell’acquirente PRS usano discorsi del tipo: occorrerebbe valutare… non ci hanno fatto vedere le carte…); mentre la Uilm e Fiom, dando eccessivo peso alla retromarcia aziendale (la Re David, più realista del re, parlava di “festa”), dicono che la Whirlpool deve tornare sui suoi passi...
La Uilm rimanda ogni iniziativa di mobilitazione a marzo, intanto dice agli operai di lavorare tanto (ma con il contratto di solidarietà riprenderanno a lavorare in media 10 giorni al mese!), per recuperare soldi, sia per quello che hanno perso in questo periodo di lotta, sia per i futuri scioperi.
Da parte del governo, da un alto c’è l’ipotesi Invitalia più un privato (che tuttora non c’è), dall’altra si dice disponibile a venire incontro alle “difficoltà della Whirlpool” ragionando sul prodotto, che in concreto significherebbe dare soldi alla Whirlpool perché cambi il prodotto senza cambiare il marchio.
Gli operai sono scettici rispetto ai sindacati, non si fidano, i sindacati nazionali non dicono tutto; gli operai per esempio dicono che la stessa sospensione della procedura di licenziamento i sindacati la conoscevano già – tant’è che negli ultimi giorni sono stati più tranquillizzanti verso i lavoratori. Nella manifestazione di ieri i sindacati hanno operato per tenere lontani i lavoratori dalle realtà solidali, impedendo a queste realtà – in primis Potere al popolo, dall’inizio sempre presente in tutti i momenti di lotta, al presidio – di intervenire dal palco.
Diverso, ma altalenante, è l’atteggiamento delle Rsu. Quando non ci sono i sindacati nazionali si danno molto da fare e gli stessi delegati hanno dubbi, si fanno domande, e questo li avvicina agli operai; quando invece parlano i rappresentanti nazionali seguono fedelmente la linea nazionale, e sono quasi commissariati.
Ora i sindacati attendono la convocazione del Tavolo, ma ancora non si sa la data. Ma in generale i sindacati confederali hanno la linea di lasciare la “strategia” al Ministro Patuanelli.
Gli operai e operaie hanno sfiducia nei sindacati confederali, ma ancora non c’è una strategia autonoma dei lavoratori.
Ma torniamo al clima. Uno degli slogan tornati a gridare, cantare è stato “Il potere deve essere operaio!”.
Una effettiva vittoria degli operai avrebbe un importante effetto a cascata, verso altre realtà di lavoratori e verso le masse popolari a Napoli.
E quanto sia decisiva e incisiva la lotta degli operai, anche nel modificare il clima sociale, si è visto in tutti questi giorni, in cui tante persone comuni si interessavano, chiedevano della situazione degli operai e operaie Whirlpool.
A dimostrazione che non solo la lotta di classe degli operai esiste ed è influente, ma anche che quando gli operai si muovono, c’è una lotta seria, prolungata, riescono ad unire e a dare coraggio anche agli altri settori proletari e popolari.
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