1)
E’ stata accettata la cassintegrazione. Dopo la prima
cassintegrazione avviata dall'azienda unilateralmente, ora con questo
accordo l’azienda ottiene l'appoggio dei sindacati confederali.
Questo è un grave passo che rende permanente la cigo. La
stessa premessa dell'accordo che lega la cigo alle cosiddette
“ragioni oggettive del mercato”, consente ad ArcelorMittal di
usarla anche per il futuro ogni volta che avrà un “calo di
ordini”, o giacenze in “magazzino”.
2)
La riduzione del numero dei cassintegrati è ridicola, si passa da
1395 a 1273, solo 122 lavoratori in meno. Ma questa mini
riduzione è già stata operata nelle precedenti 13 settimane
dall’azienda nella normale dinamica dell'uso effettivo della cigo;
quindi non è un risultato di questo accordo, ma solo una
stabilizzazione dei numeri effettivi di lavoratori cigo che servono
ad AM.
3)
Si introduce, cosa grave, la possibilità di cambio mansioni,
anche inferiori, secondo le esigenze dell’azienda. Questo era
già ipotizzato nell’accordo generale del 6 settembre 2018, ma ora
con questo accordo lo si vuole rendere effettivo.
4)
L’accordo prevede una rotazione bisettimanale ma, si aggiunge
subito, “compatibilmente alle esigenze tecnico organizzative e
produttive aziendali”; una formula che, come è già successo in
passato e in tante altre realtà, non dice nulla e che serve per non
fare una effettiva rotazione.
5)
Non c’è alcun effettivo azzeramento dello straordinario –
benchè per legge sia vietato in presenza di cassintegrazione;
nell’accordo si parla solo di “tendenziale azzeramento”, e
aggiungendo
poi una serie di paletti attenuativi (“salvo esigenze indifferibili ed imprevedibili”), si legittima la sua permanenza.
poi una serie di paletti attenuativi (“salvo esigenze indifferibili ed imprevedibili”), si legittima la sua permanenza.
6)
Vengono presentate, come frutto di questo accordo, l'anticipazione da
parte dell'azienda mensile della Cigo, e la “maturazione degli
istituti della tredicesima e dell’una tantum del 3%
dell’accordo del 6.09.2018”, quando queste sono scontate che
devono essere date agli operai in cigo In realtà questo punto serve
non per dare ma per non dare, perché se la cigo è superiore alla
metà delle ore lavorabili nel mese i lavoratori si vedranno ridotta
sia 13° che una tantum.
7)
Si conferma di fatto la terziarizzazione di attività
lavorative.
8)
Diversamente da come è stato presentato all'inizio, non è
previsto alcun “sostegno al reddito”; i lavoratori
prenderanno solo l'indennità di cassintegrazione, perdendo centinaia
di euro.
Questo
accordo è stato presentato dai sindacati confederali e dalla stampa
come recante importanti novità, in realtà, da come si legge, alcune
cose presentate come “novità” sono normalmente previste e
scontate nelle cassintegrazioni (vedi anticipo indennità cigo, 13°,
ecc.); altre (vedi straordinario e terziarizzazione) si confermano
sia pur con la promessa di attenuarle; ma soprattutto si introducono
addirittura peggioramenti - come la possibilità di demansionamento.
I
sindacati confederali, dopo aver fatto l'accordo illegale del 6
settembre 2018 (che lo Slai cobas e i suoi lavoratori ricorrenti
hanno impugnato), ora permette ad ArcelorMittal pure di violare
questo stesso accordo – E' chiaro che così gli operai Ilva AS non
rientreranno più in fabbrica.
AM
usa la “crisi di mercato” per avere altri sostegni economici e
normativi dalla UE: così i padroni salvaguardano i loro utili e i
lavoratori hanno un salario sempre più ridotto.
L'accordo
parla di “calo degli ordini” ma non dice che una delle causa è
anche il mancato intervento di messa in sicurezza degli impianti che
rende la capacità produttiva inaffidabile per i clienti.
Occorre
respingere questo accordo! Ma occorre soprattutto lottare e
ricostruire un vero sindacato dei lavoratori, che non c'è.
25 ottobre sciopero
nazionale generale contro governo e padroni
anche a Taranto, anche ad
ArcelorMittal.
SLAI COBAS per il sindacato
di classe
Taranto via L. Andronico, 47 – 3475301704 slaicobasta@gmail.com
– blog tarantocontro – 8.10.19
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