Ieri la giornata è stata segnata da un
intenso sciopero generale molto partecipato e da diversi blocchi nel
territorio catalano. Molte le strade e i binari dei treni occupati dai
manifestanti, la frontiera con la Francia già in nottata era stata
bloccata creando una lunga fila di auto e camion. Così come il porto di
Tarragona e, quasi completamente, quello di Barcellona dove un immenso
dispositivo di polizia ha impedito agli studenti di praticare
l'occupazione prevista, ma lo sciopero di massa dei portuali della CGT
ha interrotto comunque la gran parte dell'attività. All'aeroporto di El
Prat circa 60 voli sono stati cancellati. I mercati generali hanno
ridotto di molto l'attività non solo per la mancanza dei lavoratori, ma
anche per la scelta di molte aziende di tenere chiuso.
Anche la SEAT di Martorell è rimasta chiusa e la catena di supermercati Bon Preu.
Cinque cortei provenienti da tutta la
Catalunya hanno invaso in mattinata Barcellona dopo due giorni di
marcia. A questi cortei, organizzati da ANC (Assemblea Nazionale
Catalana) e Omnium, due delle organizzazioni di opinione pubblica
indipendentista, si è aggiunto un sesto convocato dai CDR (comitati di
difesa della repubblica), che è partito di mattina presto da
Castelldefels e che poco prima di pranzo ha raggiunto la capitale.
Il
momento più significativo è stato però quello delle 17 in cui si sono
riuniti tutti i cortei con gli studenti, i portuali e i sindacati. Oltre
cinquecentomila persone, una vera marea umana che ha riempito le strade
della città e che si è dovuta confrontare con le provocazioni dei
fascisti, che sono scesi in corteo dal quartiere Sarria (zona dove
risiedono molti ricchi e tradizionalmente di destra) che hanno tentato
più volte di attaccare il corteo degli indipendentisti con la complicità
dei Mossos che hanno lasciato fare, prontamente respinte dai
manifestanti.
Gli scontri poi sono
continuati, come nelle scorse sere, per tutta la notte con barricate ed
incendi a cassonetti e auto. Numerosi sono stati gli arresti e i feriti.
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