
Fermo restando che il fascismo resta un crimine sempre e non un’opinione, l’apertura di questa sede ha un carattere particolarmente provocatorio. Questa sede è un cerino volutamente acceso in un deposito di benzina.
La sede è stata cercata e facilmente trovata al piano terra di una palazzina, come molte altre della quartiere, fatiscente, abitata prevalentemente da immigrati in gran parte di proprietà dello stesso palazzinaro organico al gruppo nero.
Lo scintillio dell’ufficio risulta a prima vista come un corpo estraneo tra le palazzine umide e senza riscaldamento dove i proletari immigrati pagano un affitto salato e vivono in condizioni malsane.
Ma è di più.
È un avamposto per intimdire i residenti, è un una miccia per accendere scontri quotidiani, è la ricerca di una facile forma di propaganda razzista in perfetto stile salviniano, sfruttando il clamore dello specifico contesto.
Per gli antifascisti una mobilitazione importante da allargare e che va continuata fino alla sua chiusura.
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