Genova. Dopo il presidio di giovedì scorso, Genova
torna in piazza a sostegno della resistenza curda dopo l’invasione dei
territori a nord della Siria da parte dell’esercito turco.
L’appuntamento è per sabato 19 ottobre alle 14.30 con concentramento di
fronte alla stazione marittima.
Decine di civili uccisi, centinaia di feriti e decine di miglia di
sfollati dopo l’esercito americano ha abbandonato il confine. Un
bilancio drammatico in assenza un intervento credibile da parte della
comunità internazionale.
“Le diplomazie internazionali rilasciano ipocrite dichiarazioni di
circostanza, critiche solo a parole, mentre i governi rimangono alleati
di Erdogan nei fatti – scrivono gli organizzatori per spiegare le
ragioni del corteo – l’esercito italiano è presente con 130 soldati e
alcune batterie missilistiche nell’operazione NATO Active Fence a difesa
del confine meridionale della Turchia”.
E l’industria bellica italiana è pesantemente coinvolta nel
conflitto: “gli aerei da pattugliamento dell’esercito turco sono
costruiti da Alenia Aermacchi, gli elicotteri da combattimento da
Leonardo (ex Finmeccanica) e l’elenco potrebbe continuare”. "Spesso armi e mezzi che raggiungono i teatri di guerra transitano
nel nostro porto, come la lotta contro la Bahri nei mesi scorsi ha
dimostrato. Così come tanti sono gli interessi politici ed economici
turchi in Italia” dicono le associazioni che organizzano il corteo,
deciso dopo un’assemblea successiva al presidio della scorsa settimana .
Obiettivo della manifestazione è “portare in strada la solidarietà
alle popolazioni colpite dalla guerra e alla resistenza curda” ma anche
una “mobilitazione contro la guerra e la Nato, contro i traffici di armi
nel porto”.
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