martedì 15 ottobre 2019

pc 15 ottobre - Per il dibattito - Un commento sull'invasione turca

..tradotto da Den Volk Dienen Germania

la Turchia ha lanciato il suo ben preparato assalto alla Siria con attacchi contro basi YPG, violando la sovranità del paese e il diritto internazionale (borghese). Ancora una volta, con il pretesto di "combattere il terrorismo" la Siria viene precipitata ulteriormente nell’instabilità. L'imperialismo yankee, dopo aver sostenuto l'YPG e le forze a esso affiliate, li ha considerati una partita chiusa, ritirando il proprio supporto e le proprie truppe, aprendo la strada all'attacco dell'esercito turco, come era chiaro a tutti quanti avevano ascoltato le esplicite intenzioni del presidente turco Erdogan.

Il fatto che l'imperialismo yankee scarichi in questo modo l'YPG non è una grande sorpresa per molti rivoluzionari. Già nel 2016 il compagno Becker aveva indicato chiaramente la probabilità degli eventi che si stanno verificando oggi. L'imperialismo yankee non si preoccupa della giusta lotta del
popolo curdo per la propria nazione, ma segue la sua agenda e, come unica superpotenza egemonica del mondo, non rispetta alcuna forma di lealtà al PKK, ma viola tregue e alleanze, quando lo ritiene utile per suoi interessi.

A questo proposito, l'imperialismo yankee si è servito dell'YPG a un duplice scopo: in primo luogo, come forze di terra in Siria, coprendone l’avanzata con gli attacchi aerei, armi e intelligence, quando combatteva il cosiddetto Stato islamico in quel paese. Ora, essendosi assestato in Siria, lo usa come bersaglio affinché anche l'esercito turco abbia un pretesto per entrare in Siria. Si può ben vedere quanto sia cinico il tradimento dell'imperialismo USA. La rapida transizione dal ritiro delle truppe yankee all'attacco turco in Siria lo illustra chiarissimamente: se l'esercito turco non ha impiegato nemmeno una settimana per preparare l’invasione, le truppe statunitensi si sono ritirate all'istante, non appena l'esercito turco non solo era pronto, ma di fatto già colpiva, e ciò prova  con evidenza il livello di complicità degli yankee.

Indipendentemente da ciò che qualcuno afferma e dall'immagine che lo stesso stato turco vuole dare, la Turchia non è un paese imperialista, ma un paese semi-feudale e semi-coloniale, e il principale imperialismo che esercita i suoi interessi sono gli USA, ed è oggi più chiaro che mai in che modo gli strateghi yankee giocano su entrambi le parti in conflitto, perseguendo il loro obiettivo a lungo termine in quella zona: la balcanizzazione degli stati. Vale a dire, lo smembramento degli stati nazionali in parti più piccole, affinché siano in una posizione di maggiore debolezza, più facili da dominare ed essere messi l'uno contro l'altro, perché masse combattano contro masse e popoli combattano contro popoli invece che contro il nemico comune, l’imperialismo. I Balcani, ma anche lo schiacciamento del governo centrale iracheno e la cessione del potere alle varie autorità feudali locali, hanno già mostrato come agiscono.

Per questo compito, l'esercito turco, il secondo più grande della NATO - con la sua storia scritta nel sangue dei popoli della Turchia e altri territori, vittime dei loro genocidi, stupri e saccheggio - serve agli scopi dell'imperialismo USA. Il suo attacco all'YPG in Siria destabilizzerà ulteriormente il paese e significherà per il popolo più genocidio, più spargimenti di sangue e più violenza, risultato della lotta imperialista per la spartizione del mondo. Alla luce di ciò, si deve ribadire che la lotta contro questa aggressione imperialista, chiunque la faccia, è giusta e che spetta alle forze comuniste nei rispettivi paesi assumere il compito di essere all'avanguardia in questa lotta.

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