martedì 18 settembre 2018

pc 18 settembre - ILVA - LA QUESTIONE DELL'IMMUNITA' PENALE E' SINTOMATICA DELLA LEGGE DEL CAPITALE - Iniziativa dello Slai cobas sc

Oggi, al Trbunale, in occasione dell'udienza in cui il Gip Ruberto dovrà decidere se archiviare o meno l'inchiesta penale sul gravissimo sversamento di diossina sul quartiere Tamburi negli anni tra il 2013 e il 2015, lo Slai cobas di Taranto presenterà due esposti contro l'immunità penale dei padroni, commissari Ilva

La richiesta di "archiviazione" è stata fatta proprio in base all'immunità penale stabilita del Decreto legge del 5 gennaio del 2015. Un decreto che non persegue i responsabili dell'attacco alla salute e alla vita dei cittadini, che autorizza l'attività produttiva anche in presenza di deficienze impiantistiche che possono determinare pericolose emissioni di sostanze nocive, è una mostruosità, oltre che dal punto di vista umano, di civiltà, dal punto di vista della Giustizia.
Per questo lo Slai cobas sc ha presentato due esposti: Al Gip/alla Procura e alla Corte Costituzionale.

Il mantenimento dell'immunità penale ai padroni vecchi e nuovi dell'Ilva rivela più di ogni altra cosa quanto Di Maio, il governo fascio-populista, i sindacati confederali, compreso il 4° Usb, abbiano, nell'iter che ha portato all'accordo del 6 settembre, voluto salvaguardare gli interessi capitalistici della ArcelorMittal.
E' falso che non si potesse cancellare quella norma, come in modo miserabile vanno dicendo da Talò (uil), alla Fiom, a Rizzo (usb). La realtà è che i decreti a salvaguardia dei profitti dei padroni restano e nessun governo (sia Renzi, sia Di Maio) le vuole toccare, mentre le pochissime leggi a salvaguardia dei lavoratori e masse popolari si possono tranquillamente cancellare (vedi art. 18).

La questione "immunità" è sintomatica della legge del capitale, per cui vale più la salvaguardia degli impianti della vita degli operai e delle masse popolari; l'operaio è una "merce" (forza-lavoro) meno importante di una macchina, perchè l'operaio si può sostituire (senza che questo comporti un costo aggiuntivo per il capitale), un impianto, invece, costa molti soldi.
Questa "legge" appare anche nell'accordo del 6 settembre lì dove le norme a salvaguardia degli impianti vengono rese condizione per corrispondere o meno una parte del salario agli operai.
Ma la questione "immunità" è sintomatica anche del ruolo servile dei sindacati confederali, compreso ora l'Usb, che accettano, giustificando la logica padronal/governativa, che le leggi che difendono i padroni non si toccano.
Aver lasciato il decreto che stabilisce questa norma, apertamente incostituzionale, mette una grave ipoteca sul futuro. ArcelorMittal, molto meno dei Riva, non ci penserà due volta ad inquinare, mettendo più di prima a rischio salute e vita di tante persone.

QUESTO DECRETO DEVE CADERE!

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