Oggi, al Trbunale, in occasione dell'udienza in cui il Gip
Ruberto dovrà decidere se archiviare o meno l'inchiesta penale sul
gravissimo sversamento di diossina sul quartiere Tamburi negli anni tra il 2013 e il 2015, lo Slai cobas di Taranto presenterà due esposti contro l'immunità penale dei padroni, commissari Ilva
La richiesta di "archiviazione" è stata fatta proprio in base all'immunità
penale stabilita del Decreto legge del 5 gennaio del 2015. Un decreto che
non persegue i responsabili dell'attacco alla salute e alla vita dei cittadini,
che autorizza
l'attività produttiva anche in presenza di deficienze impiantistiche
che possono determinare pericolose emissioni di sostanze nocive,
è una mostruosità, oltre che dal punto di vista umano, di civiltà,
dal punto di vista della Giustizia.
Per questo lo Slai cobas sc ha presentato due esposti: Al Gip/alla Procura e alla Corte Costituzionale.
Il
mantenimento dell'immunità penale ai padroni vecchi e nuovi dell'Ilva
rivela più di ogni altra cosa quanto Di Maio, il governo
fascio-populista, i sindacati confederali, compreso il 4° Usb, abbiano,
nell'iter che ha portato all'accordo del 6 settembre, voluto
salvaguardare gli interessi capitalistici della ArcelorMittal.
E'
falso che non si potesse cancellare quella norma, come in modo
miserabile vanno dicendo da Talò (uil), alla Fiom, a Rizzo (usb). La
realtà è che i decreti a salvaguardia dei profitti dei padroni restano e
nessun governo (sia Renzi, sia Di Maio) le vuole toccare, mentre le
pochissime leggi a salvaguardia dei lavoratori e masse popolari si
possono tranquillamente cancellare (vedi art. 18).
La
questione "immunità" è sintomatica della legge del capitale, per cui
vale più la salvaguardia degli impianti della vita degli operai e delle
masse popolari; l'operaio è una "merce" (forza-lavoro) meno
importante di una macchina, perchè l'operaio si può sostituire (senza
che questo comporti un costo aggiuntivo per il capitale), un impianto,
invece, costa molti soldi.
Questa "legge" appare anche
nell'accordo del 6 settembre lì dove le norme a salvaguardia degli
impianti vengono rese condizione per corrispondere o meno una parte del
salario agli operai.
Ma la questione "immunità" è sintomatica anche del ruolo servile dei sindacati confederali,
compreso ora l'Usb, che accettano, giustificando la logica
padronal/governativa, che le leggi che difendono i padroni non si
toccano.
Aver lasciato il decreto che stabilisce questa norma,
apertamente incostituzionale, mette una grave ipoteca sul futuro.
ArcelorMittal, molto meno dei Riva, non ci penserà due volta ad
inquinare, mettendo più di prima a rischio salute e vita di tante
persone.
QUESTO DECRETO DEVE CADERE!
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