Migranti, pressing di Salvini sulla Tunisia: “Rimpatri più rapidi, rivedere l’accordo”
Per ora restano in Italia, ma già la prossima settimana buona parte dei 184 tunisini sbarcati venerdì a Lampedusa con 7 barchini, potrebbe tornare a casa. L’obiettivo è la revisione al rialzo dell’accordo bilaterale con la Tunisia per incrementare il numero settimanale dei rimpatri. Il nuovo accordo potrebbe vedere la luce martedì prossimo, a Roma, durante l’incontro tra Salvini e il ministro dell’Interno tunisino. Con 4.200 persone, la Tunisia è la prima nazione di provenienza dei migranti approdati sulle nostre coste.
REPORTAGE
La Tunisia è uno dei 5 paesi arabi del Nord Africa, sta esattamente al centro, infatti a ovest vi sono Algeria e Marocco e a est Libia ed Egitto. Culturalmente il paese è molto più vicino ai due paesi a ovest (in particolare l’Algeria) con cui forma il cosiddetto Maghreb arabo.
La decolonizzazione quasi pacifica e concordata con l’imperialismo francese all’epoca da parte del rappresentante della borghesia compradora locale, Bourguiba, ha fatto si che il paese si schierasse fin dall’indipendenza con il blocco occidentale a guida USA/Francia e che sia stato quindi molto aperto alla penetrazione del capitale dei paesi occidentali: Francia, Italia, Germania, USA ecc.
Ciò ha determinato lo sviluppo delle contraddizioni interne nella società tunisina in maniera
differente rispetto ai paesi vicini, rendendo il paese una via di mezzo tra un paese arabo/musulmano e un paese europeo in materia di legislazione, usi e costumi, cultura. Questo è riassunto dalla frase che spesso si sente in giro: “ la Tunisia è il paese più aperto del mondo arabo/musulmano”.
Storicamente il paese ha visto un forte movimento sindacale a partire da metà dell’ottocento in cui si è innestata l’attività sindacale di molti immigrati italiani e poi francesi, lo sviluppo di un movimento comunista sempre nello stesso periodo e, successivamente, di un movimento antifascista a guida italiana che collaborava con il Partito Comunista Tunisino dell’epoca.
Quest’ultimo ha svolto un ruolo, seppur minore, nella lotta per l’indipendenza insieme al partito Neo-Destour (partito costituzionalista) di Bourguiba di ispirazione social-democratica. Con la conquista dell’indipendenza (1956) il PCT viene messo fuorilegge da Bourguiba e i comunisti perseguitati, il partito si scioglierà definitivamente nel 1993 ma già dagli anni ‘60 il partito aveva abbracciato il revisionismo.
Nel 1983 viene fondato il PCOT (Partito Comunista Operaio Tunisino) fondato dai militanti rivoluzionari a sinistra del PCT capeggiati da Hamma Hammami, il partito nasce “male” abbracciando come ideologia guida l’hoxismo, dopo l’ultima rivolta ha cambiato nome in Partito dei Lavoratori Tunisini guidato sempre da Hamma Hammami e mantenedo ufficialmente l’hoxismo come ideologia guida partecipando anche al raggruppamento internazionale CIPOML. Attualmente è alla guida del Fronte Popolare, un cartello elettorale della sinistra revisionista che contiene altri partiti sedicenti m-l, panarabisti, nasseriani e ambientalisti.
Anche in Tunisia il maoismo inizia a diffondersi grazie al Vento dell’Est della GRCP, da quanto sappiamo dai cc tunisini, la prima organizzazione maoista… viene fondata negli anni 70, organizzazione illegale e clandestina agiva principalmente in seno al movimento dei lavoratori e dell’UGTT. Comunemente chiamata Shola (fiamma) legata al MRI, di cui ancora oggi gli ex militanti si considerano maoisti pur non militando in nessuna organizzazione ma limitandosi a partecipare a qualche iniziativa pubblica e semi-pubblica.
Quindi il movimento comunista in generale e quello maoista in particolare in Tunisia ha una storia lunga ed è relativamente il più sviluppato in tutto il mondo arabo insieme al Marocco.
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