Dite che una lotta armata di lunga durata - un’altra guerra popolare - è il solo modo per realizzare il vostro scopo di una rivoluzione di nuova democrazia in Nepal. Perché?
MB
La rivoluzione si ha
quando la classe sfruttata e oppressa rovescia la classe degli
sfruttatori e oppressori al potere. Questo in Nepal non è accaduto.
La borghesia compradora e le classi feudali che prima dominavano il
Nepal sono ancora al potere. Ecco perché la rivoluzione è lungi
dall'essere compiuta.
I miei ex compagni
Prachanda, Baburam Bhattarai, Ghanshyam Bhusal e Ram Karki, dicono
che la rivoluzione capitalista del Nepal è compiuta. Non sono
d'accordo. Primo, una effettiva rivoluzione capitalista deve portare
allo sviluppo di un capitalismo industriale dal carattere nazionale,
ma esso non si trova da nessuna parte in Nepal. Quello che abbiamo,
invece, è il capitalismo compradore e burocratico.
In secondo luogo, la
rivoluzione di nuova democrazia di cui parlano i maoisti mette fine
sia all'oppressione feudale interna sia all'intervento esterno
imperialista. Ciò è accaduto? Assolutamente no. In Nepal, la
borghesia è troppo debole e di natura compradora. I contadini devono
ancora condurre una rivoluzione di nuova democrazia contro i signori
feudali, la borghesia compradora e le
ingerenze della potenze straniere e porre fine a tutte le forme di oppressione.
ingerenze della potenze straniere e porre fine a tutte le forme di oppressione.
La caduta della
monarchia non ha automaticamente messo fine al feudalesimo in Nepal.
Anche in Cina, la monarchia fu rovesciata nel 1911. Tuttavia, i
comunisti cinesi, una volta organizzatisi in partito nel 1921, si
ponevano come obiettivo la liberazione dal feudalesimo e
dall'imperialismo. Questo è un punto importante da sottolineare. Sì,
l'abolizione della monarchia in Nepal ha dato un duro colpo al
feudalesimo, ma difficilmente la si può identificare con la fine del
feudalesimo.
La vera Rivoluzione
di Nuova Democrazia sradicherà definitivamente il feudalesimo,
abrogherà tutti i trattati iniqui, sfiderà ogni sfruttamento
indiretto da parte delle multinazionali e del capitale globale, e
delle loro organizzazioni quali Banca Mondiale il FMI e WTO. Occorre
estendere lo sviluppo della borghesia nazionale, costruire industrie
nazionali e fare molto altro ancora per porre fine all'oppressione
del popolo, sia da parte dell'India che delle multinazionali globali.
RS
L'abolizione della
monarchia è stato un passaggio chiave nella storia del Nepal. Si
potrebbe argomentare che fu il Massacro a Palazzo del 2001, quando
misteriosamente il principe ereditario Dipendra sterminò il re
Birendra e tutta la sua famiglia, a portare al collasso della
monarchia. Inoltre, è noto a tutti che, prima di quell'evento, i
maoisti avevano cercato di esplorare le possobilità di un accordo
sia con i partiti parlamentari sia con la stessa monarchia. Pensate
quindi che i maoisti possano attribuirsi il merito dell'abolizione
della monarchia?
Ci sono state due
ragioni immediate della caduta della monarchia in Nepal. Prima, il
massacro del palazzo del 2001 che ha trucidato l'intera famiglia del
re Birendra Shah. Quando suo fratello, Gyanendra Shah salì al trono,
questi non era Birendra e il popolo nepalese perse la fede nella
monarchia. Dato che il popolo nepalese considerava il re diretto
discendente del dio indù Sri Visnu, tale perdita di fede è
significativa. Secondo, Gyanendra Shah, appena salito al trono, avoco
a sé il potere del parlamento e divenne monarca assoluto, il che
scatenò la rabbia popolare. Di conseguenza, i principali partiti
parlamentari, compresi il Partito del Congresso nepalese, il CPN
(UML) e altri si unirono coi maoisti contro il re, aprendo la strada
all'abolizione della monarchia.
Tuttavia, il
Congresso nepalese e l'UML negano il ruolo avuto dalla guerra
popolare maoista per creare le condizioni per la caduta della
monarchia. Lo attribuiscono solo ai diciannove giorni di Janaandolan
(movimento popolare) del 2006, analisi completamente sbagliata.
Pensiamo che il massacro a palazzo e la guerra del popolo maoista
abbiano contribuito attivamente abolizione finale della monarchia. La
nostra lotta armata contro lo stato è stata la ragione principale
per cui Gyanendra decise di agire come fece.
Quanto alla
questione che prima del massacro a palazzo Prachanda si sia rivolto
alla monarchia o che Baburam abbia interloquito coi sette partiti
parlamentari, lasciatemi dire che, sì, in quel momento c'erano due
linee tra i maoisti. Tali contraddizioni interne e compromessi
tattici avvengono - non c'è niente di sbagliato in questo. In
teoria, a patto che si rimanga fedeli al proprio obiettivo per
raggiungere lo scopo della rivoluzione, si può stringere un'alleanza
tattica con chiunque, pur di rafforzare il tuo campo.
Ci si può sempre
chiedere "che cosa sarebbe successo se...?". Ma ciò che è
accaduto in realtà fu che il Re mise al bando tutti i sette i
partiti parlamentari e prese il potere nelle sue mani perché
riteneva che questi partiti non erano in grado di affrontare la lotta
armata maoista. Il re cercò di decimare i maoisti e abolire i
partiti democratici. Fu una stata una mossa sconsiderata e letale.
Comprendemmo immediatamente la situazione e ci alleammo con gli altri
partiti parlamentari per protestare contro il re. Anche l'India
intervenne e ebbe un ruolo significativo, mediando alcune negoziati
difficili. Stipulammo l'accordo in dodici punti con i partiti
parlamentari, che si impegnarono a collaborare per la democrazia, la
pace, la prosperità, la promozione sociale e l'abolizione della
monarchia. Io personalmente non ero in Nepal in quel questo periodo.
Ero prigioniero in India.
Se l'accordo in
dodici punti fu un momento importante per politica nepalese, nel 2005
un evento molto più significativo scosse il nostro partito. Nel
nostro partito si aprì una frattura durante una riunione del
Comitato Centrale in cui la fazione guidata da Prachanda rinunciò
all'obiettivo della. Rivoluzione di Nuova Democrazia e adottò come
nuovo obiettivo quello della repubblica democratica. Abilmente,
cercarono di presentarla come una parola d’ordine di transizione,
un mera mossa tattica. Ma noi non eravamo d'accordo.
In retrospettiva,
quando il gruppo Prachanda-Baburam propose l’idea della repubblica
democratica della rivoluzione francese come appropriata al Nepal
contemporaneo, avevano già preso una china scivolosa. Era uno slogan
apertamente capitalista e segnò l'inizio della fine della politica
maoista sotto la loro direzione.
RS
Quando ho incontrato
il dott. Baburam Bhattarai, questi ha ribadito che dato che India,
Cina e Stati Uniti interferivano attivamente in Nepal, non era altro
che "pragmatico" fare certi compromessi tattici. Ha detto
che era accettabile rinunciare a formule e slogan maoisti come guerra
popolare e rivoluzione di nuova democrazia per preservare le
conquiste di dieci anni di guerra popolare e raggiungere importanti
obiettivi quali democrazia, federalismo e inclusione. Tali forule, ha
detto, erano anacronistici nel mondo post 11 settembre, dove i
maoisti potevano essere etichettati come "terroristi" a
danno del popolo del Nepal. Se alcuni compromessi tattici ti aiutano
a raggiungere gli obiettivi più generali della rivoluzione, che cosa
c'è di sbagliato in questi aggiustamenti?
MB
Capisco la domanda,
ma giustificazione di Baburam non convince. Le sue idee non erano
solo questione di compromesso tattico. Dietro di esse, forse non
c’era altro che riformismo. Ma è tutto ciò che ha fatto negli
anni successivi che ci ha dimostrato che avevamo ragione. Ha formato
un partito chiamato "Naya Shakti" (Nuovi Potere), un
esplicito miscuglio di marxismo e liberismo, sulla base del fatto che
nessuno dei due può funzionare da solo. Non è ridicolo? Circa gli
aggiustamenti tattici per preservare le conquiste della rivoluzione,
è tutto giusto. Si possono fare certi compromessi tattici entro i
limiti della teoria e dell’effettivo avanzamento degli obiettivi
strategici. Ma quando rinunci alle premesse teoriche fondamentali del
marxismo, del leninismo e del maoismo, la tua deviazione dalla via
della rivoluzione è definitiva.
Quali sono i vostri
piani per fare la rivoluzione? A parte la Cina, che alla fine ha
lasciato la via maoista, non c'è mai stato altro modello di
rivoluzione maoista voncente. Avete una road map per realizzare la
rivoluzione di nuova democrazia in Nepal?
MB
Riconosciamo che il
movimento maoista in Nepal ha subito una grave battuta d'arresto,
principalmente a causa della deviazione e del tradimento dei nostri
massimi dirigenti. Ma non crediamo che i maoisti abbiano perso. Non
abbiamo né perdenti né sconfitti. Il popolo deve ancora
sperimentare un qualche miglioramento nelle vita quotidiana ma
continua a subire le stesse condizioni oppressive. La difficile
situazione del nostro popolo fornirà terreno fertile per progettare
un'altra rivoluzione.
Ma ci sono alcune
sfide difficili. Innanzi tutto, dobbiamo conquistare nuovamente la
fiducia di tutto il popolo. Tanti nostri vecchi compagni, che sono
protagonisti coraggiosi della lotta, hanno accettato il sistema
parlamentare borghese e uno stile di vita non rivoluzionario. Alcuni
di loro hanno assunto posizioni apertamente controrivoluzionarie.
Molti di questi ex maoisti hanno abbandonato del tutto i principi
comunisti. Hanno assunto il carattere di classe dei nostri
antagonisti: quello del Congresso nepalese e dell'esercito del Nepal.
Ciò provoca confusione tra la gente comune, che ha iniziato a
esprimere dubbi sulle nostre intenzioni e sull’ideologia comunista
in generale.
La sfida immediata è
denunciate ideologicamente questi controrivoluzionari e riguadagnare
la fiducia del popolo. Ma, in seguito alle divisioni, la nostra
organizzazione è attualmente troppo debole. Dobbiamo ricostruire il
nostro partito per smascherare questi falsi maoisti. Via via che
falliscono, apriranno lo spazio a quanti di noi non si sono
allontanati dalla via della politica rivoluzionaria. Potrebbero
volerci diversi anni, quindi dobbiamo persistere.
A proposito di
persistere dopo una battuta d'arresto, avrei una domanda sulla
traiettoria della sinistra rivoluzionaria in India. Il movimento
Naxal degli anni '60 e '70, come noto, fu decimato. Tuttavia,
attraverso molte scissioni, si è raggruppato e trent’anni dopo è
riemersero a sfidare ancora lo Stato. L'allora Primo Ministro indiano
la definì "la più grande minaccia alla sicurezza interna che
il paese abbia mai affrontato". Nelle mie inchieste ho trovato
che hanno contribuito al loro successo i programmi militanti di
mobilitazione di massa, in particolare quelli del People’s War, e
la centralità attribuita alla creazione di una direzione organica e
vere trasformazioni sociali al livello dei villaggi. Siete d'accordo?
Avete tratto lezioni dall'esperienza e il percorso dei maoisti
indiani?
MB
Anche in Nepal i
nostri movimenti di massa stanno avanzando. Se crediamo
nell'importanza strategica dei movimenti di massa, insistiamo che è
anche necessario prepararci per la lotta armata, per vincere. Non
possiamo vincere solo con i movimenti di massa.
RS
Nei miei incontri
con i quadri maoisti, ho sentito parlare della popolarità delle
campagne di partito contro gli alcolici e le violenze domestiche nei
villaggi. Il vostro partito intrapreso qualche programma di
mobilitazione di massa di questo tipo?
MB
Non credo che questi
fossero esempi di movimento di massa maoisti. Se è vero che
iniziative di questo tipo sono state portate avanti un po’ ovunque,
erano sbagliate. Vanno contro al modo di vivere del popolo, in
particolare degli indigeni (janajati) che fanno uso alcolici senza
remore. Fa parte della loro cultura. I nostri attuali programmi di
movimenti di massa si centrano su questioni direttamente in relazione
alla lotta di classe. Mobilitiamo il popolo contro i proprietari
terrieri locali (zamindars)
e gli usurai, sulle questioni dei diritti alla terra, per prezzi equi
per i prodotti agricoli, per una parte equa di produzione agli
contadini senza terra, per salari equi per i lavoratori agricoli e
contro i prestiti a usura.
RS
Capisco le vostre
critiche alla politica di Prachanda e Baburam. Ma ci sono anche
altri, come Netra Bikram Chand (Biplab) e Gopal Kirati che
rivendicano la ripresa della lotta armata però sono organizzazioni
separate da voi. Perché le fazioni critiche verso i maoisti
istituzionali non riescono ad unirsi?
Posso dire che
questo è argomento di profonda riflessione nel nostro partito e che
stiamo facendo seri sforzi per risolvere il problema. Tutto ciò che
posso dire in questo momento è che l'unità non può esserci
semplicemente sulla base di un accordo sulla sola linea politica. Vi
altri ostacoli pratici all'unità, come l'egocentrismo della
leadership, il carrierismo politico e l'avventurismo, che devono
essere efficacemente trattati prima di raggiungere l'unità. Stiamo
sinceramente cercando di unire le fazioni citate e continueremo a
discutere con esse.
Dopo il processo di
pace, gli ex combattenti si sono reintegrati nella società o
nell'esercito nepalese. Pensate che questa generazione prenderà
ancora le armi contro lo Stato?
MB
Ha ragione. So il
popolo in Nepal si sente deluso da noi. Vedono la fazione di
Prachanda che non si cura più dei loro problemi. E non neanche hanno
molta fiducia in noi, principalmente a causa della mancanza di unità.
Quando il popolo guarda le lotte tra le nostre fazioni, non si fida
di noi. Dobbiamo essere uniti per ispirare tra il popolo fiducia
verso noi come piattaforma alternativa di resistenza. Continueremo a
lavorare duramente per questo.
Circa questione
dell’integrazione degli ex combattenti, questo è stato un errore
enorme. All'interno del nostro partito, Prachanda e Baburam
concordarono internamente che avremmo modificato strutturalmente
l'Esercito nepalese. Ma quello che è in realtà è poi accaduto fu
che alcuni soldati maoisti sono stati integrati nell'esercito del
Nepal. Va detto, però, che solo una minia parte dei soldati dell’EPL
si è unita all'Esercito nepalese. La maggior parte di loro furono
semplicemente disarmati e lasciati negli accantonamenti cui erano
stati confinati secondo l'accordo di pace. Ma oggi sono fuori. Ancor
oggi non sono sotto il controllo del governo. Sono sparsi qua e là.
Alcuni nel partito, altri stanno hanno un lavoro regolare, altri
hanno lasciato il paese. Il comandante del PLA è oggi il
vicepresidente. Ma molti di loro sono con noi.
Molti altri ci
guardano e alla fine torneranno con noi. E recluteremo nuovi soldati.
Durante i dieci anni di guerra popolare, abbiamo avuto molto successo
nel reclutare masse nel PLA e nel conquistare il sostegno popolare.
Apprezziamo questa esperienza. La ripeteremo.
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