In queste ultime settimane si stanno susseguendo condanne alla coordinatriceMargherita Calderazzi ed ad altri lavoratori di questa organizzazionesindacale.
Sono stati contestati e sono diventati motivo di condanna in sede
penale vari atti relativi alle problematiche del lavoro ed alla lotta
sindacale per la salvaguardia di diritti ed interessi vitali di
lavoratori e
lavoratrici appartenenti ai settori operai ed ad altri settori sociali
soggetti a processi di devastanti precarizzazione o costretti a continui
periodi di disoccupazione.
Il tentativo di chiudere le possibilità dell’iniziativa sindacale per quelle
organizzazioni che si rifanno al sindacalismo di classe si è accelerato in
questi ultimi anni da un lato con gli accordi interconfederali liberticidi
(sottoscritti anche da settori del sindacalismo di base) come quello del 10
gennaio 2014 e dall’altro, con crescenti tentativi repressivi, a volte
falliti, ma spesso promossi e condotti con particolare insistenza e volontà
di colpire i lavoratori.
Ricordiamo tra gli altri non solo i tanti tentativi effettuati ai danni
dello slai cobas, ma anche la persecuzione contro Aldo Milani coordinatore
del Si Cobas condannato agli arresti domiciliari in seguito ad una
provocazione padronale a cui si è voluto dare credito. Il tutto poco prima,
appunto, di quest’ultima ondata mirante ad abbattere il conflitto sindacale
e politico di classe a Taranto.
E’ chiaro che qui influenti settori politici, economici e sociali stanno
premendo sulla magistratura affinché venga tolto il diritto di esistere e
di operare al sindacalismo non firmatario degli accordi corporativi e
liberticidi.
E’ chiaro che questo colpisce in modo provocatorio e dittatoriale gli
interessi di tutti i lavoratori salariati, dei disoccupati e dei lavoratori
più precarizzati che si vogliono rendere privi di ogni possibilità di difesa
sindacale.
Questi lavoratori li si vogliono costretti a limitarsi alle poche (sempre
meno a causa delle continue e pesanti cosiddette “riforme del lavoro”)
possibilità offerte dalla difesa sul piano legale.
Si vogliono costringere i lavoratori a mettersi, nonostante tutto, nelle
mani dei sindacati confederali o dei sindacati di base firmatari dell’accordo
del 10 gennaio 2014. Si tratta di sindacati antioperai ed antipopolari che
usano i lavoratori per i propri interessi economici e di potere con il fine
di frammentarne e annullarne la protesta e la volontà i di lotta, il tutto
ovviamente al servizio dei padroni, delle aristocrazie operaie e delle
amministrazioni e del capitale finanziario.
Per tutto questo esprimiamo la nostra solidarietà a tutti quei lavoratori e
disoccupati ed alle loro organizzazioni sindacali di classe che oggi vengono
messi sotto pressione con lo scopo di costringerli a tacere ed ad accettare
passivamente e, tutto quello che subiscono ad opera dei padroni, delle
cooperative, dei governi, dei partiti di potere (dalla Lega, a Berlusconi,
al M5S, al PD), rinunciando ad ogni speranza.
Riteniamo che il modo migliore per rispondere a tutto questo sia quello di
lavorare per un fronte di opposizione operaio e popolare costruito dal basso
sul piano politico, sindacale, culturale, capace tra l’altro di realizzare
un avanzamento nei rapporti tra le organizzazioni sindacali di classe nella
prospettiva di un sindacato di class
Sindacato di Base Multicategoriale
SLAI Cobas del Trentino
lavoratrici appartenenti ai settori operai ed ad altri settori sociali
soggetti a processi di devastanti precarizzazione o costretti a continui
periodi di disoccupazione.
Il tentativo di chiudere le possibilità dell’iniziativa sindacale per quelle
organizzazioni che si rifanno al sindacalismo di classe si è accelerato in
questi ultimi anni da un lato con gli accordi interconfederali liberticidi
(sottoscritti anche da settori del sindacalismo di base) come quello del 10
gennaio 2014 e dall’altro, con crescenti tentativi repressivi, a volte
falliti, ma spesso promossi e condotti con particolare insistenza e volontà
di colpire i lavoratori.
Ricordiamo tra gli altri non solo i tanti tentativi effettuati ai danni
dello slai cobas, ma anche la persecuzione contro Aldo Milani coordinatore
del Si Cobas condannato agli arresti domiciliari in seguito ad una
provocazione padronale a cui si è voluto dare credito. Il tutto poco prima,
appunto, di quest’ultima ondata mirante ad abbattere il conflitto sindacale
e politico di classe a Taranto.
E’ chiaro che qui influenti settori politici, economici e sociali stanno
premendo sulla magistratura affinché venga tolto il diritto di esistere e
di operare al sindacalismo non firmatario degli accordi corporativi e
liberticidi.
E’ chiaro che questo colpisce in modo provocatorio e dittatoriale gli
interessi di tutti i lavoratori salariati, dei disoccupati e dei lavoratori
più precarizzati che si vogliono rendere privi di ogni possibilità di difesa
sindacale.
Questi lavoratori li si vogliono costretti a limitarsi alle poche (sempre
meno a causa delle continue e pesanti cosiddette “riforme del lavoro”)
possibilità offerte dalla difesa sul piano legale.
Si vogliono costringere i lavoratori a mettersi, nonostante tutto, nelle
mani dei sindacati confederali o dei sindacati di base firmatari dell’accordo
del 10 gennaio 2014. Si tratta di sindacati antioperai ed antipopolari che
usano i lavoratori per i propri interessi economici e di potere con il fine
di frammentarne e annullarne la protesta e la volontà i di lotta, il tutto
ovviamente al servizio dei padroni, delle aristocrazie operaie e delle
amministrazioni e del capitale finanziario.
Per tutto questo esprimiamo la nostra solidarietà a tutti quei lavoratori e
disoccupati ed alle loro organizzazioni sindacali di classe che oggi vengono
messi sotto pressione con lo scopo di costringerli a tacere ed ad accettare
passivamente e, tutto quello che subiscono ad opera dei padroni, delle
cooperative, dei governi, dei partiti di potere (dalla Lega, a Berlusconi,
al M5S, al PD), rinunciando ad ogni speranza.
Riteniamo che il modo migliore per rispondere a tutto questo sia quello di
lavorare per un fronte di opposizione operaio e popolare costruito dal basso
sul piano politico, sindacale, culturale, capace tra l’altro di realizzare
un avanzamento nei rapporti tra le organizzazioni sindacali di classe nella
prospettiva di un sindacato di class
Sindacato di Base Multicategoriale
SLAI Cobas del Trentino
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