Il 118
interviene davanti alla fabbrica
Corpo a
corpo tra forze dell'ordine e lavoratori che hanno deciso di fermare i colleghi
"risparmiati". La multinazionale, nonostante l'interessamento del
governo, ha chiuso ogni porta: "Produrre in Italia è antieconomico"
di GABRIELE
CEREDA
28 marzo 2017 |
Si alzano i toni della protesta davanti ai cancelli della K-Flex di Roncello, la multinazionale della gomma plastica che ha deciso di smantellare l'unico stabilimento italiano mettendo alla porta 187 lavoratori. Questa mattina, una decina di impiegate, scortate dai carabinieri, ha provato ad entrare in
azienda. Lavoratrici che nei giorni scorsi erano sempre entrate, ma ora - a un passo dal baratro - le tute blu hanno scelto la linea dura impedendo l'accesso agli uffici. Una situazione di tensione, che si è tradotta in un parapiglia tra forze dell'ordine e lavoratori.
Tra i due
schieramenti è volato qualche spintone. Ad avere la peggio uno degli operai che
è finito a terra. L'uomo, che soffre di problemi di cuore, è stato portato al
pronto soccorso di Vimercate, dove è stato trasportato da un'ambulanza chiamata
dai colleghi. A un passo da un pozzo senza fondo. È la situazione dei lavoratori del colosso. Tra poco meno di un mese, alla
fine della procedura di mobilità, si ritroveranno in mezzo alla strada. Il
gigante della gomma plastica, con impianti in 11 Paesi, ha chiuso a ogni
possibilità di dialogo. Anche le trattative portate avanti
da governo e Regione
sembrano arrivate a un punto morto. "Siamo in una situazione delicata -
dice Matteo Moretti, di Filtem Cgil -. Da dieci giorni registriamo silenzio da
più parti. Soprattutto l'azienda non ha mai dato risposte alle nostre
proposte". Da settimane i sindacati ribadiscono la loro disponibilità a
sedersi al tavolo della trattative. "Se non è possibile il ritiro dei 187
licenziamenti, almeno chiediamo che si possa prevedere un ridimensionamento con
prepensionamenti e un incentivo alle uscite volontarie".
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