Negli ultimi tempi la lotta degli
assistenti igienico-personale agli studenti disabili della provincia di Palermo
dello Slai cobas per il sindacato di classe (che ha comunque rappresentato
tutti i lavoratori di questo settore a livello regionale) ha preso una piega
ancora più forte che nel passato. Il taglio dei fondi che lo Stato applica alle
Regioni, e queste alle ex Province, a cascata passa dalle cooperative ai
lavoratori, che da queste dipendono, ed è diventato insostenibile. Uno dei
motivi di base di questa situazione è che i fondi per questo servizio
indispensabile (“essenziali, obbligatori, non derogabili” e “non vincolati al
bilancio” dicono le leggi e le sentenze!), ma anche per altri servizi sociali,
il governo li ha in parte ultimamente dirottati sul reazionario “Piano Minniti”
(costruzione e ristrutturazione di altri centri di detenzione per migranti…),
per non parlare di vitalizi, spese per la guerra ed elettorali, ecc. ecc., con
una manovra quindi che, invece di dare risposte ai bisogni primari, alimenta la
barbarie di questa società.
In questo quadro, è stato
necessario intensificare la lotta per la difesa del posto di lavoro che dura da
anni ormai, e intensificare il modo
in cui questa lotta, già fin dall’inizio si è svolta, e, cioè, con l’assedio ai palazzi, il fiato sul collo dei responsabili dei
vari settori ad ogni livello (“ci sentiamo asfissiati” hanno detto alcuni; “Il
Presidente lavora sotto pressione”, ha detto l’assessore al Bilancio, Baccei!),
con la gestione di un rapporto con le
forze dell’ordine fatto costantemente di “minacce” e di
denunce, con la lotta contro i sindacati confederali e non solo, il cui intervento non solo peggiora la situazione, ma alimenta una costante guerra tra poveri, e che dopo i primi duri scontri con i lavoratori sono di fatto “spariti”; con una lotta che dall’aspetto puramente sindacale (per il pagamento regolare del salario, per le ore non pagate, per l’aumento dello stipendio, per il carico e le condizioni di lavoro…) si è via via trasformata in lotta politica, per la pesante entrata in campo del governo regionale (che fa le leggi e deve tenerne conto nel bilancio), responsabile del finanziamento, e di quello della città metropolitana che adesso questo servizio lo deve gestire. E la “ciliegina sulla torta” finale è stata l’approvazione da parte del governo Gentiloni delle leggi delega sulla scuola che ritorna pesantemente (e follemente) sul trasferimento di questo servizio, e non solo questo, dagli assistenti specializzati ai collaboratori scolastici statali. In questo senso, in maniera quasi preventiva, le lavoratrici avevano avuto, alcuni mesi fa un incontro anche a Roma, al Ministero delle Politiche Sociali, mettendo già in guardia dall’obiettivo peggioramento della situazione e pretendendo invece una soluzione definitiva per questi lavoratori.
denunce, con la lotta contro i sindacati confederali e non solo, il cui intervento non solo peggiora la situazione, ma alimenta una costante guerra tra poveri, e che dopo i primi duri scontri con i lavoratori sono di fatto “spariti”; con una lotta che dall’aspetto puramente sindacale (per il pagamento regolare del salario, per le ore non pagate, per l’aumento dello stipendio, per il carico e le condizioni di lavoro…) si è via via trasformata in lotta politica, per la pesante entrata in campo del governo regionale (che fa le leggi e deve tenerne conto nel bilancio), responsabile del finanziamento, e di quello della città metropolitana che adesso questo servizio lo deve gestire. E la “ciliegina sulla torta” finale è stata l’approvazione da parte del governo Gentiloni delle leggi delega sulla scuola che ritorna pesantemente (e follemente) sul trasferimento di questo servizio, e non solo questo, dagli assistenti specializzati ai collaboratori scolastici statali. In questo senso, in maniera quasi preventiva, le lavoratrici avevano avuto, alcuni mesi fa un incontro anche a Roma, al Ministero delle Politiche Sociali, mettendo già in guardia dall’obiettivo peggioramento della situazione e pretendendo invece una soluzione definitiva per questi lavoratori.
Una lotta (che si sviluppa in un
contesto generale davvero difficile - crisi, licenziamenti, tagli ai servizi
sociali…), quindi, che ha portato queste lavoratrici e questi lavoratori al
centro della politica regionale e provinciale, tra Crocetta e Orlando (sempre
aggrappati alla poltrona e per questo in “lite” perenne), e che ha “costretto”
i lavoratori ad allargare la visuale su tutti gli aspetti della lotta sindacale
e politica, e che si è imposta ed è stata documentata a livello mediatico,
prima sul piano locale e adesso anche a livello nazionale: i servizi del
programma di Rai1 “La vita in diretta” e quello di “Mi manda Rai3” (non ancora
andato in onda, e una telefonata ricevuta anche dalla redazione di un programma
di Rai2) tra gli altri, ne sono la testimonianza.
Una lotta sintetizzata da alcuni
slogan che accompagnano tutte le iniziative: “Il posto di lavoro non si tocca,
lo difenderemo con la lotta”, “Chiediamo lavoro ci danno polizia, è questa la
loro democrazia”…; una lotta che nel tempo è diventata sempre più, quindi, una
spina nel fianco delle istituzioni, punto
di riferimento per altri lavoratori, e che per questo ha subito diversi
tentativi di essere cancellata, anzi, di “cancellare” questi stessi lavoratori:
una prima volta con il cosiddetto accreditamento e poi con il tentativo di dare
in affidamento ad altri lavoratori il servizio (collaboratori scolastici statali
o precari regionali!), situazione, come si diceva, aggravata dall’entrata in
vigore delle leggi delega sulla scuola e contro le quali sarà necessaria un’altra
durissima lotta di cui non si può prevedere lo sbocco finale!
Tentativi che, comunque, sono
stati, fino ad ora, rinviati al mittente! Imponendo con la lotta proroghe e
finanziamenti, anche “a singhiozzo”, evitando licenziamenti e facendo abolire
l’art. 10 della legge regionale dello scorso anno (“minifinanziaria”) che di
fatto buttava in mezzo ad una strada in una volta sola tutti questi lavoratori
in Sicilia.
È stato uno scontro a tutto campo
con le istituzioni, quindi, dalla Prefettura in giù, ma anche direttamente con
i politici, a cominciare dagli “onorevoli” di “centrodestra” o di
“centrosinistra”, che volevano e vogliono farne materia di campagna elettorale
(permanente) , passando dal PD di Crocetta, allo stesso Orlando che ha avuto la
sfacciataggine di suggerire ai lavoratori di continuare a lottare perché “si
tratta di diritti non di favori”!!!, per finire con il Movimento 5 Stelle che
vuole liberarsi di tutti i precari...
Tenere testa a tutto questo e
tenere in piedi una lotta così lunga e dura, ha richiesto e richiede a queste
lavoratrici e lavoratori, l’impiego di una enorme energia, (il numero delle
iniziative che hanno coinvolto anche lavoratori a livello regionale – Catania,
Messina… - non si conta più!) tanto più in un contesto di quella grande
precarietà che caratterizza questo settore e che negli anni è peggiorata
(arrivando ad appalti dai 4 anni di una volta a quelli di oggi di 3 mesi e
proroghe di 15 giorni!) intaccando anche, in parte, il numero dei lavoratori
coinvolti. Ma, ciononostante, soprattutto le lavoratrici attive non si sono
affatto scoraggiate, anzi, hanno mostrato sempre una determinazione, un
coraggio e una forza che ha permesso a tutta la lotta di andare avanti, con i
lavoratori che hanno fatto la propria parte sostenendo le azioni di lotta. Lavoratrici
che hanno animato in maniera eccezionale lo
sciopero delle donne dello scorso 8 marzo con una energia dispiegatasi
nelle piazze ma anche nelle riunioni in cui chi dirige la lotta ha fatto il
punto di volta in volta, strategico e tattico, cercando di fare il miglior uso
delle contraddizioni nel campo avversario, tenendo conto dei rapporti di forza
tra lavoratori, “padroncini” delle cooperative e istituzioni. Istituzioni che
sempre più spesso violano le loro stesse leggi; è per ciò che in questi ultimi
giorni è stata aperta anche una battaglia legale con una denuncia alla procura
della repubblica per interruzione di pubblico servizio, una denuncia ripresa e
rilanciata a livello nazionale dall’agenzia Adnkronos.
Questa lotta, che ha preso
l’aspetto di una vera e propria guerra di
classe, “non si può fermare” dicono le lavoratrici e i lavoratori in uno
scenario, per così dire perfino più allargato a livello mediatico grazie anche
all’intervento dell’attore e regista Pif che ha organizzato circa un mese fa una
manifestazione a sostegno dei disabili che hanno diritto all’assistenza
domiciliare, fortemente contro Crocetta, le cui promesse fatte in diretta
televisiva, purtroppo per i disabili, fino a questo momento non sono state
mantenute.
Questa lotta di “resistenza”
prosegue nei prossimi giorni e nelle prossime settimane con incontri e
manifestazioni che mettono all’ordine del giorno una parola d’ordine che vuole
passare all’“offensiva” come una grande sfida; la parola d’ordine della stabilizzazione del servizio e delle
lavoratrici e dei lavoratori, una stabilizzazione “impossibile” viene definita
dai politici e dai sindacati, ma che è l’unica parola di vero buon senso se la
Regione, la Città metropolitana, la Prefettura… tutte, le istituzioni, cioè, di
cui questa lotta ha costantemente contribuito a smascherare l’ipocrisia,
vorranno, almeno in questo, rispettare le proprie leggi.
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