La giornata del 25 marzo a Roma è stata caratterizzata dalla presenza di un imponente e articolato apparato poliziesco, che ha agito come in una dittatura: le persone che volevano andare alla manifestazione sono state impedite, bloccate, fermate, trattenute per ore ed ore, rimandate indietro, ecc., fino al tentativo in piazza di dividere il corteo, per scaricare la repressione su una parte dei partecipanti; hanno sfoderato tutte le "armi" pratiche e ideologiche. Il tutto all'interno di una campagna allarmistica, sulla minaccia del "terrorismo".
E' stata una sorta di prova, che useranno ampiamente negli appuntamenti importanti, come il G7.
Un'azione repressiva largamente prevedibile, con un Ministro degli Interni, Minniti, che non risponde neanche al governo ma direttamente agli apparati repressivi nazionali e internazionali.
I governi, diventano sempre più "pupi di pezza", simulacri del governo, in cui la politica dipende dagli eventi e impegni internazionali: G7, G20...
La borghesia ha ben chiaro cosa vuole e cosa fare.
Mentre il movimento di lotta ne ha coscienza via via che lo sperimenta sulla "propria pelle".
Occorre opporre resistenza, e difesa determinata dei diritti, perchè tutto quello che stanno facendo è anche di aperta violazioni delle stesse leggi della loro democrazia borghese, ma occorre pensare e attrezzarsi anche per un altro modo di lottare, per non essere "vittime".
Tutto il resto, elezioni..., è "aria fritta" che non cambia il dato delle cose: c'è uno Stato di polizia, in marcia verso il moderno fascismo, in cui ciò che conta sono la questione di Trump, la questione immigrati, gli accordi con la Libia e gli altri paesi dell'Africa, ecc.
Rispetto a questa situazione, gli apparati polizieschi e militari conteranno sempre di più, in Italia, come ormai evidente in Francia - dove la repressione e la violenza della polizia ha portato alla grande marcia del 19 marzo, in cui le banlieues, gli immigrati organizzati dei quartieri hanno invaso Parigi e le parole d'ordini, gridate o negli striscioni erano tutte contro la polizia assassina.
La "guerra che torna a casa", prima rappresentata dagli attentati, strage dell'Isis, ora dovrà essere rappresentata dall'"autodifesa popolare".
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