Genova - Il giudice per l’udienza preliminare Roberta Bossi ha rinviato a giudizio Gino Mamone e altre 13 persone indagate per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta nell’ambito
dell’inchiesta sulle bonifiche delle aree dismesse delle acciaierie
Ilva di Cornigliano. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Francesco Pinto,
il gruppo di imprenditori aveva messo in piedi un cartello per
spartirsi a tavolino gli appalti e i subappalti, per un ammontare di
quasi venti milioni di euro, «falsando in maniera consistente il gioco
della libera concorrenza».
A capeggiare il trust, secondo gli inquirenti, sarebbe stato Gino Mamone, titolare della Eco.Ge che
si occupa di smaltimento di rifiuti. Il modus operandi era stato
concordato a tavolino: il gruppo si era accordato per controllare
ribassi e guadagni da presentare alle gare, avendo stabilito prima a chi
sarebbe stato assegnato l’appalto. Gli imprenditori esclusi,
venivano poi coinvolti in corso d’opera tramite subappalti. In questo
modo, sostengono gli investigatori, avrebbero partecipato tutti alla
spartizione dei lavori. Il processo, che fa riferimento a fatti del
2008, rischia però la prescrizione e inizierà il prossimo 11 maggio
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