martedì 5 aprile 2016

pc 5 aprile - GELA: gli operai fermano la lotta, momentaneamente, per le promesse di apertura della fabbrica e l’arrivo degli ammortizzatori sociali



La promessa della nuova raffineria “green”, degli ammortizzatori sociali e il dimezzamento degli operai, da un migliaio a 480, hanno portato attualmente ad una stasi delle lotte per il lavoro a Gela.
Infatti, da un lato “è arrivato il via libera all’utilizzo del cinque percento dei fondi messi a disposizione per il 2016 dal ministero, con l’obiettivo di coprire i primi tre mesi di cassa integrazione in favore dei 115 operai della Smim che, nelle scorse settimane, si sono visti recapitare le lettere di licenziamento”, “Una copertura dovrebbe arrivare anche per una sessantina di esodati, rimasti praticamente senza azienda e senza alcun ammortizzatore sociale (http://www.quotidianodigela.it di ieri) e dall’altro sono arrivati tutti i lasciapassare per l’inizio dei lavori per la raffineria “verde”. (Gds dell’1/4). E pur di farla partire, questa nuova avventura di Eni, ben caricata sulle spalle dei lavoratori e della popolazione di Gela e dintorni, “Non sarà necessaria nemmeno la verifica sull’impatto ambientale.”  La “legittimità” di questa procedura andrebbe indagata più a fondo, visti gli ultimi risvolti dell’ennesima indagine sull’Eni che viene accusata ancora di avvelenamento, inquinamento ambientale, ecc.

La premura per far ripartire l’impianto e scongiurare altre giornate di lotta come quelle degli ultimi mesi si vede dal fatto che “La decisione del ministero dell’ambiente – e della Tutela del Territorio, a 55 giorni dall’ultima grande manifestazione di piazza dei lavoratori, ha stabilito che l’impianto non inquinerà -  ha messo d’accordo anche il governo regionale e l’amministrazione comunale di Gela, che in tempi record hanno rilasciato ogni nullaosta.”

Quello che preme di più tra tutte queste chiacchiere è però quando entrerà in funzione la nuova fabbrica “che dalla raffinazione dell’olio di palma produrrà carburanti ecologici ma soprattutto quanti operai realmente potranno tornare a varcare i tornelli dello storico sito industriale di Piana del Signore. I vertici Eni sono fiduciosi e annunciano i primi provvedimenti già dalla prossima settimana con lo smontaggio delle apparecchiature e degli impianti inutilizzati indispensabili a mettere le basi per la nuova fabbrica verde. Questi primi lavori garantiranno occupazione certa a 180 persone ma altro personale dell’indotto sarà impegnato in ulteriori cantieri di manutenzione, produzione e risanamento ambientale anche in altre società Eni che operano sul territorio.”
Come si vede sui più di mille operai ancora in attesa della ripresa del lavoro, solo per alcuni è previsto l’inizio dei lavori mentre per quanti più possibile c’è l’eterno tentativo di “ammortizzarne” la forza combattiva in ogni modo. E questo gli operai però lo sanno bene perché è stato solo grazie a questa forza combattiva che hanno messo in primo piano le loro esigenze, con questa forza combattiva hanno costretto tutti a schierarsi… solo questa forza combattiva, seriamente organizzata, permetterà di non subire ulteriori colpi di mano.

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