domenica 3 aprile 2016

pc 3 aprile - Taranto vergogna! Chiudere l'hotspot e nessun respingimento!

(LaRepubblica)
Il provvedimento nei confronti dei cittadini marocchini firmato dal questore per il loro rifiuto di avvalersi di protezione internazionale. Assembramenti in stazione: hanno una settimana per lasciare il Paese

Nuova emergenza migranti a Taranto. Il sistema di accoglienza, identificazione e smistamento all’hotspot s’è già inceppato. Circa 200 dei 400 migranti giunti a Taranto a fine marzo per l’identificazione, dopo lo sbarco a Reggio Calabria, sono stati respinti. Devono lasciare l’Italia entro sette giorni ma vengono abbandonati al loro destino senza alcun controllo. Il provvedimento di espulsione è stato firmato dal questore di Taranto, Stanislao Schimera: la motivazione sarebbe il rifiuto di avvalersi di "protezione internazionale".

Dopo l’espulsione dall’hotspot, alcuni sono riusciti a ripartire col treno, altri hanno passato la notte in
una palestra messa a disposizione dal Comune. “Chiederemo al ministero degli Interni come comportarci con loro per aiutarli a viaggiare”, afferma il sindaco Ippazio Stefàno. Si tratta, per lo più, di uomini e donne provenienti dal Marocco, schedati come migranti economici, cioè persone che non fuggono da teatri di guerra ma semplicemente che cercano in Europa una condizioni di vita migliore.
Secondo la norma, dopo il provvedimento di espulsione si hanno sette giorni per lasciare il Paese ma non si viene fisicamente accompagnati al confine. C’è il concreto rischio che scaduta la settimana in cui è consentita la libera circolazione sul territorio nazionale, parte dei migranti passi alla clandestinità (rischiando una multa da 10 a 20mila euro) o peggio finisca arruolata dalla criminalità.

Dopo essere stati respinti all’hotspot, circa 200 marocchini spaesati si sono riversati in stazione a Taranto. Chi aveva con sé denaro è riuscito a partire subito verso il Nord. Altri sono rimasti a lungo in giro disorientati. Il Comune ha aperto la palestra Ricciardi per garantire almeno un tetto per la notte a 25 di loro. La consueta gara di solidarietà dei volontari di diverse associazioni ha garantito rifornimento di viveri e coperte. Si cerca ora di contattare le loro famiglie, sparse per mezza Europa, per far trasferire su conti dei volontari i soldi per il viaggio in treno verso una nuova meta.

“Ci siamo subito attivati per garantire almeno la cena e un posto per dormire – racconta il sindaco Stefàno – ma il ministero non ci ha dato direttive. Ancora una volta lavoriamo in emergenza. Chiederemo come fornire un aiuto per raggiungere il luogo dove vogliono andare, non possiamo abbandonarli così”. Per le associazioni tarantine si tratta di un problema politico e sociale. “Non è una novità, da tempo sosteniamo che il respingimento all’hotspot sarebbe diventato una bomba sociale” commenta Enzo Pilò dell’associazione Babele. “L’hotspot non è previsto dalla legge italiana, è solo frutto di un accordo europeo. Noi non sappiamo di fatto cosa avviene lì dentro e se i migranti vengono adeguatamente informati sul loro status”.

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