“Il Governo
porta in sede ministeriale due difficili partite riguardanti il settore dei
call center. La più scottante è sicuramente (dati i numeri) quella di Almaviva
Contact, società del gruppo Almaviva leader nei call center che ha aperto una
procedura di licenziamento per 2.990 lavoratori nelle sedi di Roma (fino a
920), Napoli (fino a 400) e Palermo (fino a 1.670 persone).” E poi c’è la “Gepin:
altro call center alle prese con una procedura di licenziamento collettivo per
352 unità dopo la perdita della commessa di Poste.” Come ci ricorda il Sole 24
Ore di oggi.
Le posizioni
dell’azienda le abbiamo analizzate e criticate in articoli precedenti,
sintetizzandoli così: Almaviva conferma i licenziamenti per avere soldi e leggi
a suo favore; i sindacati sono oggettivamente dalla parte di Almaviva; i
lavoratori si devono organizzare e lottare in maniera indipendente.
Ma come ci si prepara allo
sciopero e all’incontro del 13 aprile a Roma? A Palermo, tra giovedì e venerdì,
le organizzazioni sindacali confederali terranno diverse assemblee con le
lavoratrici e i lavoratori. Per decidere cosa? Visto che le posizioni dell’azienda
sono abbastanza nette e anche quelle del governo messe giù in “cinque punti”, e
le une e le altre prevedono al massimo una estensione di ammortizzatori in
attesa di chissà cosa, o meglio sono solo l’anticipo del peggio, visto “che i 1.670
licenziamenti a Palermo potrebbero essere soltanto una tappa per la chiusura
del sito”?, perché è questo il sentore che “aveva avuto anche l’assessore alle
Attività produttive Mariella Lo Bello, che nei giorni scorsi ha parlato con la
famiglia Tripi, i patron del gruppo” (La Repubblica Palermo 3/4/16).
È lo stesso sentore che
tiene banco tra diversi lavoratori che dimostrano in tanto in tanto il loro
dissenso nei confronti dei sindacalisti che, soprattutto in certi momenti caldi
e davanti a proposte di lotte più conseguenti invitano i lavoratori alla
moderazione all’incirca così “non mettiamo in crisi ancor più l’azienda che è
già messa male!”
Invece di invitare tutti
alla lotta, ad una lotta conseguente, adeguata all’ampiezza dell’arroganza
padronale e dei licenziamenti, così facendo danno una mano alla guerra tra
poveri, tra coloro che sono a rischio e quelli che si sentono “sicuri”. Per fortuna una parte di quelli che dovrebbero
essere al sicuro (e che a quanto pare l’azienda attraverso i suoi capi i TL,
come li chiamano all’inglese, Team Leader, ha voluto rassicurare) partecipa ugualmente
alle lotte. A Palermo quelli di Almaviva nel complesso, compreso i Lap, sono
circa 4.500. In questa guerra tra poveri ritornano a galla le condizioni dei Lap,
per esempio, che sono messi peggio di tutti perché negli ultimi anni sono
passati da un contratto peggiorativo all’altro e adesso sono pagati (?) a
seconda di quanti minuti parlano al telefono! Non solo se fanno contratti ecc.
e la cifra che raccolgono a fine mese è davvero ridicola…
Ma di cose strane in
azienda ne succedono diverse: per esempio, a quanto pare non è vero che l’Enel
ha smesso già adesso la commessa perché per un altro anno, nell’attesa che
questa passi ad un’altra azienda che ha vinto il nuovo appalto (qual è questa
azienda?) i servizi li offriranno ancora i lavoratori Almaviva. Ma non finisce
qui! Le lavoratrici e i lavoratori impegnati in questa commessa Enel non devono
limitarsi al loro lavoro, quello cioè di assistenza (inbound), ma vengono “invitati”
dai TL a vendere il prodotto Enel Gas! E coloro che si oppongono, lavoratori che
stanno lì anche da 12 anni!) vengono “invitati gentilmente” sempre dagli stessi
a desistere dall’intraprendere iniziative (se proprio non lo vuoi fare, non lo
fare e basta!). Per così dire… i ricatti non finiscono mai… Tripi ricatta il
governo e pure i lavoratori…
Nessun commento:
Posta un commento