"Incatenate mani e piedi, anche durante la gravidanza e il parto, prese a bastonate, stuprate in carcere e nelle stazioni di polizia, fino a farne fuoriuscire l’utero dal corpo, il sangue dalle urine, scosse elettriche sulle piante dei piedi, diventati neri. Impiccate, impalate, stuprate, uccise..."
"...Anche dopo che ha avuto un cesareo le hanno incatenato mani e piedi per due settimane nell'ospedale del carcere, mormora Soni. "Lei non era in grado di nutrire il suo bambino e avrebbe continuato a richiedere al carceriere di sciogliere una mano alla volta, mentre nutre la figlia. Il carceriere urlava verso di lei e le diceva di non cercare scuse... "
"...Durante i suoi 15 giorni di fermo della polizia presso Borguda, Sukma e le stazioni di polizia nel Dantewada, a 16 anni Hidme fu violentata e picchiata con bastoni da parte della polizia. Presto notò sangue nelle urine, Soni ci dice: 'L'utero di Hidme scivolò fuori dopo le torture che ha subito. Nonostante il dolore, ha cercato di rimetterlo senza successo. Il giorno dopo, ha cercato di tagliare con una lama. Fu allora, gli altri detenuti sono intervenuti ed è stata portata in ospedale dove è stata operata. Quei 12 punti ricordano a Hidme dei giorni dei quali non parlerà mai...".
Così sono trattate le donne ribelli, le prigioniere politiche in India, nel paese citato come "la più grande democrazia del mondo”, con la complicità dell’imperialismo nostrano.
In India, le forze armate governative e paramilitari hanno nello stupro una delle più bestiali armi di guerra contro le masse popolari. Nelle vastissime zone dell'India fuori dalle mega città, e soprattutto nelle zone dove è in corso la guerra popolare, gli stupri, le uccisioni delle donne da parte delle forze militari sono una normalità, così come gli stupri che accompagnano sempre le torture quando le donne che fanno la guerra popolare vengono arrestate.
Moltissime donne, compagne hanno fatto, però, della violenza, degli stupri subiti la leva per ribellarsi, oggi costituiscono una parte importante della guerra rivoluzionaria del popolo lottando contro il governo fascista di Modi e lo Stato indiano, che in realtà temono la numerosa presenza delle donne nella guerra popolare e cercano di contrastarne con ogni mezzo l'adesione e partecipazione. Queste donne vengono dalla ribellione ai retaggi feudali, alle tradizioni del matrimonio forzato, del rapimento delle donne, alle violenza e alle bestiali mutilazioni...
Questo fa di questa guerra di popolo un fenomeno internazionale della lotta di liberazione delle donne e della rivoluzione nella rivoluzione, per combattere sui due fronti, della lotta di classe e della lotta di genere, necessaria alle masse femminili per affermare il loro cammino e portare una visione generale, trasformante della lotta di rivoluzionaria.
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