martedì 2 dicembre 2014
pc 2 dicembre - Anche in India i padroni assassini non sono mai condannati, Bhopal
NEW DELHI - Aadite è un
cucciolo di cartapesta. Non
riesce a camminare né a stare in
piedi, tanto fiacchi sono i suoi
muscoli. Guarda i cartoni animati
alla tv come tutti bambini, ma lui
non può fare altro tutto il giorno.
Vive disteso, Aadite. Da sempre.
Da quando è nato, nove anni fa, e
gli hanno diagnosticato una
paralisi cerebrale infantile. Che
purtroppo non è una sciagura
rara a Kabit Pura, uno dei
quartieri di Bhopal - circa 720
chilometri a sud di New Dheli - che sorgono accanto al relitto della fabbrica
indiana della Union Carbide, che 30 anni fa causò il più grave incidente
industriale della storia: migliaia di morti e oltre 600 mila persone con danni
permanenti subìti.
Era il 1984. La mezzanotte del 3 dicembre era appena passata, quando
quaranta tonnellate di isoscianato di metile - utilizzato per produrre
antiparassitari, annoverato tra i prodotti più tossici nel amercato chimico -fuoriuscirono dallo stabilimento della multinazionale statunitense che
produceva un potente pesticida. Una nube urticante avvolse la città mentre
dormiva. Oltre 3700 persone morirono all'istante, altre 16mila nelle settimane
e negli anni successivi. Come poté accadere? Questioni di budget,
probabilmente una decisa sforbiciata ai costi di manutenzione aveva
abbassato i livelli di sicurezza. Le cause della fuga di gas non sono tuttora
chiarissime, fatto sta che il disastro di Bhopal non è ancora finito. Ancora
miete vittime, di seconda generazione. Bambini come Aadite, che quel
maledetto giorno neanche erano stati concepiti, ma che hanno madri che
quando li avevano in grembo bevevano acqua contaminata dalle scorie dello
stabilimento distrutto.
Inquinate le falde acquifere. Nel terreno su cui svettano cupi i resti della
fabbrica furono interrate o lasciate abbandonate all'aria aperta tonnellate di
sostanze tossiche. Mercurio, piombo, diclorobenzene. L'organizzazione
Bhopal Medical Appeal e Greenpeace sostengono da anni che le scorie hanno
inquinato suolo e falde acquifere. Provocando tumori, difetti congeniti e altre
malattie. Alla Clinica Sambhavna, una delle poche strutture dove i supersiti
ricevono cure gratuite, continuano ad arrivare neonati con malattie congenite.
"E non sono solo i figli di coloro che furono esposti al gas", spiega Satinath
Sarangi. "Labioschisi, paralisi cerebrali infantili e problemi respiratori hanno
un'incidenza fuori dal comune qui a Bhopal".
Mai in tribunale: il risarcimento? 400 dollari. In tutto, le 500mila persone che
nel 1984 respirarono i fumi hanno ricevuto una compensazione di 400 dollari
dal colosso chimico. Ma sono migliaia quelli che hanno subito gli effetti
successivi del disastro e non hanno visto un soldo. Alla vigilia di questo
trentesimo anniversario cittadini e attivisti di Bhopal sono tornati a chiedere
altri 1600 dollari per ogni sopravvissuto. Ma difficilmente verranno
accontentati e avranno giustizia. I rappresentanti dell'ex Union Carbide non
sono mai apparsi in tribunale. Warren Anderson, l'allora amministratore
delegato della società chimica, è morto il mese scorso, vanificando del tutto i
timidi tentativi del governo indiano di estradarlo.
Mai nessuna bonifica. Remota appare anche l'opera di bonifica dei terreni, di
cui non vogliono farsi carico né il governo indiano né la Dow Chemical, che
nel 2001 comprò la Union Carbide e considera chiusa la vicenda dal 1989,
quando la società concesse il risarcimento da 470 milioni di dollari ai
sopravvissuti. Così, mentre continua, senza troppo fervore, la disputa su chi
dovrebbe smantellare i rifiuti tossici, lo scheletro della fabbrica è ancora lì
come un cimelio minaccioso di una tragedia inconclusa. La cisterna ormai
arrugginita da cui fuoriuscì il materiale tossico è ancora identificabile dal suo
numero seriale: E-610. E tra le erbacce e i vetri in frantumi della sala di
controllo resiste - straordinaria beffa all'usura - l'avviso della Carbide ai suoi
dipendenti: "La sicurezza è compito di tutti".
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India: 30 anni di
inquinamento,
l'eredità tossica
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