Dopo il vergognoso pronunciamento del giudice che assolve lo sbirro che ha assassinato il diciottenne afroamericano Brown, si è riaccesa la rabbia a Ferguson e nelle principali città americane; ci sembrava doveroso aprire un dibattito cittadino e dare il punto di vista proletario sulla questione.
Dopo la ricostruzione dell'accaduto, dall'uccisione di Michael Brown all'assoluzione dello sbirro assassino del 24 Novembre, si è passati all'analisi politica della vicenda.
Si è sottolineato sin da subito il coraggio ed il forte senso di ribellione delle masse di Ferguson pronte a violare il coprifuoco imposto dalle autorità del Missouri e manifestare la propria rabbia nelle piazze.
Michael Brown non è il primo ragazzo nero ucciso a sangue freddo dagli sbirri, ce ne sono molti altri. Non si può e non si deve parlare quindi di caso isolato o al massimo (quando va bene) di mela marcia all'interno delle forze dell'ordine. Negli Usa come in Italia, in Grecia, in Spagna la violenza è qualcosa di sistemico, pensata da vertici delle democrazie borghesi e posta in essere dal braccio armato dei governi.
Elemento importante più volte sottolineato è che la violenza sulle minoranze etniche (come in questo caso) così come quella sui giovani, donne, ecc. è sempre riconducibile all'oppressione di classe e che l'odio razziale è parte di essa.
Se in Italia noi parliamo di Stato di Polizia e di moderno fascismo che avanza negli States la situazione non è certo delle migliori, anzi, il dispiegamento di forze armate a Ferguson ne è un esempio.
Emerge la consapevolezza che le ribellioni avvengono spontaneamente, ma non sono sufficienti se l'obiettivo che ci poniamo è il rovesciamento del sistema capitalista; vi è necessità di organizzarsi e organizzare un esercito di difesa proletaria guidato da un partito marxista leninista maoista.
Interessante è stato il dibattito nel quale si è sottolineata l'analogia tra i fatti di Ferguson e le ribellioni che sono avvenute qualche anno fa nelle banlieue parigine, nei sobborghi di Londra, a Napoli, Roma e Palermo, ribadendo ancora una volta che bisogna saper cogliere la rabbia di queste grandi periferie e incanalarle verso una via rivoluzionaria.
Nella seconda parte della serata abbiamo visto il film Phanter, ottima ricostruzione delle vicende del movimento delle Pantere Nere negli Stati Uniti.
Come sempre non è stata una visione fine a se stessa, ma spunto per conoscere e analizzare i fatti e creare ancora una volta un momento di riflessione e discussione.
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