RIPORTIAMO DICHIARAZIONI RILASCIATE AI GIORNALI DA ALCUNI DI QUESTI
PRESIDI PERCHE' SI COMMENTANO DA SOLI.
Dirigenti
scolastici:"Non ne possiamo più, dobbiamo colpire i
collettivi". Dirigenti scolastici sul piede di guerra
dopo l'ondata di occupazioni scattata negli istituti della regione.
«Una
sola cellula dietro le occupazioni» La preside del Giordani
denuncia sette studenti Ci sarebbe, dietro le occupazioni di tutte le
scuole di Napoli, un’unica regìa. Quella di «una cellula
organizzatissima». Un «collettivo» che guida la protesta e in
cambio ottiene «la mobilitazione degli studenti in occasione delle
manifestazioni di piazza» che organizza. L’accusa — durissima —
la firma Anna Mazzarella, dirigente scolastico del Giordani... I
dirigenti scolatici, infatti, chiedono di «colpire i collettivi in
tutte le scuole», di «allontanarli». Perché — come spiega
Armida Filippelli, preside del Galiani, l’istituto devastato e
saccheggiato— «questo è un brodo di cultura che consente ai
criminali di entrare nelle scuole. Le occupazioni, insomma, diventano
un cavallo di Troia sfruttato da persone estranee al nostro
ambiente». La stragrande maggioranza degli studenti, beninteso, non
c’entra nulla. E nessuno, nella scuola e nelle istituzioni, ha
intenzione di criminalizzare la loro protesta. Il problema — a
sentire i presidi — sono quegli studenti che fungono da anello di
collegamento con i collettivi. Quelli che strumentalizzano la
protesta dei loro compagni di classe. «Agenti interni», insomma...
«Sono stata in Sardegna, Umbria. E poi in Campania, a Gragnano,
Capri, Ponticelli. Mai, e dico mai, hanno occupato una scuola da me
diretta. Sono sempre riuscita a dialogare con i ragazzi». Quattro
anni fa, però, è cambiato qualcosa. «Ho capito che c’era una
cellula politica dietro queste occupazioni. Hanno i centri sociali,
canali di comunicazione dedicati, perfino un avvocato. Non ho mai
visto un’organizzazione così capillare: conoscono a menadito le
regole della burocrazia, sanno che l’interruzione del servizio di
segreteria è un reato e si guardano bene dal farlo»... Il prezzo di
quest’appoggio? «Quando ci sono le manifestazioni di piazza gli
studenti, in cambio, si mobilitano e aderiscono alle proteste. E non
escludo che alcuni di quelli che hanno occupato le scuole sono gli
stessi che sono scesi in piazza a Bagnoli... La cellula più violenta
è al Vico, ma elementi sono presenti anche al Genovesi, al Galiani,
al Copernico, al Nitti, allo Striano. È necessario ristabilire i
ruoli, ma per questo serve l’apporto di tutti. E la colpa è anche
della stampa, ché fino ad ora chi ha preteso il rispetto delle
regole è stato chiamato preside fascista, come è accaduto alla mia
collega Armida Filippelli. Io vorrei solo che tutti capissero che noi
dobbiamo dirigere le scuole, non fare gli strateghi militari». Ed è
anche per questo che venerdì i capi degli istituti incontrano il
direttore scolastico regionale Luisa Franzese e il questore Guido
Marino: «È necessario trovare una linea comune»...
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