(dal CAU)
Scuola e università si mobilitano contro repressione e per il diritto allo studio
Giornata movimentata oggi (lunedì 1° dic.) a
Napoli. Ben due appuntamenti hanno visto protagonisti le studentesse
e gli studenti della città.
All'ingresso
dell'ITIS Giordani, con 300 studenti dell'Istituto e molti studenti
di altre scuole superiori di Napoli, abbiamo
convocato per questa mattina un presidio per rispondere
all'assurdo attacco portato avanti dai capi di istituto delle scuole
di Napoli supportato dalla criminalizzazione mediatica dei quotidiani
locali contro le mobilitazioni e le occupazioni degli studenti che da
mesi si oppongono al Piano Scuola del Governo Renzi.
La punta di quest'ondata repressiva si è toccata
proprio con la Preside del Giordani che, qualche giorno fa, è stata
la protagonista di alcune incredibili dichiarazioni rilasciate a Il
Mattino e La Repubblica in cui accusava gli studenti di essere
“manovalanza” di “cellule” esterne alle scuole, gruppi di
fomentatori pronti solo allo scontro di piazza, un corpo estraneo
agli studenti “per bene” e privo di reali rivendicazioni
politiche.
Contemporaneamente eravamo con tanti altri studenti
universitari all'ingresso dell'Adisu dell'Orientale, dove avevamo
un incontro con la dirigenza dell'azienda per il diritto allo studio,
concordato con i membri del Cda durante l'ultimo Consiglio
d'Amministrazione. Da mesi, infatti, denunciamo le condizioni assurde
del bando d'accesso allo studentato di via Brin: prezzi elevatissimi,
pochi posti, regolamento da caserma, isolamento logistico e una
clausola ricattatoria che obbliga i fuorisede borsisti ad accettare
l'alloggio per ricevere la borsa di studio, pena il declassamento a
pendolare e la perdita di quanto gli spetterebbe di diritto secondo
le condizioni reddituali e di residenza. A questo si aggiunge un
silenzio delle rappresentanze studentesche nel Cda dell'ADISU che, in
tutte queste puntate, e meno che mai oggi, non si sono schierati
davanti al resto del Consiglio-né in altre maniere- al fianco di chi
ha portato delle richieste legittime e giuste.
In entrambe le situazioni ci siamo trovati davanti
allo stesso scenario.
Al
Giordani solo la determinazione degli studenti ha impedito l'ingresso
della celere all'interno del cortile della scuola. La preside,
infatti, dopo le dichiarazioni fasciste contro chi si è mobilitato
nelle ultime settimane con cortei, assemblee e una pioggia di
occupazioni per fermare la riforma della scuola voluta dal governo
Renzi, impaurita dalla presenza di tantissimi studenti si è
sottratta a qualsiasi possibilità di dialogo e ha
immediatamente chiamato le forze dell'ordine, intervenute di lì
a poco con ben 4 mezzi blindati.
Dall'altra parte della città ci siamo visti
sbarrare l'accesso all'Adisu da un doppio cordone di carabinieri e
digos che ci ha impedito di incontrare il Direttore e di portare in
quella sede le nostre rivendicazioni, tanto che quando abbiamo
legittimamente provato ad entrare, siamo stati presi a calci e
allontanati malamente dai carabinieri in assetto antisommossa.
Insomma, due episodi che per quanto diversi mostrano
chiaramente qual è la risposta che in questo momento le istituzioni
di questo paese intendono dare a chi semplicemente pretende che
vengano rispettati i propri diritti, a chi si batte per una scuola e
un'università che siano accessibili a tutti e non privilegio di
pochi fortunati “meritevoli”. D'altronde, tutto l'autunno non ha
fatto altro che dimostrarci questo: chiunque si è mobilitato e ha
provato a organizzarsi contro Jobs Act e Buona Scuola, ha ricevuto in
risposta soltanto manganelli e denunce. Tutto questo non riuscirà a
intimidirci e a frenare la nostra rabbia.
Continueremo a opporci a questo Governo e ai suoi
provvedimenti, a chi cerca di metterci a tacere, a chi vorrebbe
vederci accettare passivamente il peggioramento delle nostre vite, la
distruzione del nostro presente e del nostro futuro.
Ci vogliono divisi e flessibili, ci avranno uniti e inflessibili!
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