Degli appunti sulla analisi del perchè delle crisi pubblicati finora, possiamo dire che la parte più importante per i proletari è quest'ultima. Nelle conclusioni Marx spiega che è compito dei "produttori della ricchezza sociale" - gli operai - perseguire l'unica vera "soluzione" alla crisi: superare il sistema capitalistico.
APPUNTI DI STUDIO SU MARX E LA CRISI
stralci da “il capitalismo e la crisi”. Scritti scelti (di Marx)
a cura di Vladimiro Giacchè.
(I pezzi in corsivo segnalati da (ndr) sono brevi note
di Proletari comunisti)
Ultima parte
Il
decorso della crisi:
l'intervento pubblico e i suoi limiti.
(Nella
crisi, gli) interventi di salvataggio delle banche con denaro
pubblico sono stati definiti “socialismo per i ricchi”. Marx scriveva a
proposito della crisi di Amburgo del 1857: “Per tenere su i
prezzi... lo Stato dovrebbe pagare i prezzi in vigore prima dello
scoppio del panico commerciale e scontare delle cambiali che non sono
più altro che il controvalore delle bancarotte altrui. In altre
parole, il patrimonio dell'intera società, che il governo
rappresenta, dovrebbe ripianare le perdite subite dai capitalisti
privati. Questo genere di "comunismo", in cui la reciprocità è
assolutamente unilaterale, esercita una certa attrattiva sui
capitalisti europei” (Marx).
(E aggiungono Marx ed Engels) “E' proprio bello che i capitalisti, che
gridano tanto contro il “diritto al lavoro”, ora pretendano
dappertutto “pubblico appoggio” dai governi... facciano insomma
valere il “diritto al profitto” a spese della comunità”.
(ndr)
vale a dire la classica: socializzazione delle perdite e
privatizzazione dei guadagni, sempre usata dai capitalisti anche
oggi.
(Ma)
in generale, sia Marx che Engels ritenevano che la crisi non potesse
essere risolta da interventi di politica monetaria né da leggi ad
hoc o interventi pubblici a garanzia e copertura del debito privato.
Anzi in una lettera ad Engels riferita agli sviluppi della crisi che
allora imperversava in Francia, Marx accennò al fatto che questi
ultimi interventi, lungi dal risolvere la crisi, potevano portare
alla bancarotta anche lo Stato: “quando scoppia la vera e propria
crisi francese, il mercato finanziario e la garanzia di questo
mercato, cioè lo Stato, se ne vanno al diavolo”...
La
gigantesca trasformazione di debito privato in debito pubblico in
atto, se non è riuscita né a ridurre l'entità complessiva del
debito né a rianimare l'economia, può porre le premesse di un
ulteriore crisi del debito: quella, appunto, del debito pubblico... A
questo punto il risultato che si avrebbe sarebbe una pesantissima
crisi fiscale, un'ulteriore drastica riduzione del suo ruolo
nell'economia e il campo libero lasciato alle grandi aziende
multinazionali private.
(ndr)
l'intervento dello Stato in soccorso dell'economia capitalista, del
profitto, attraverso soprattutto misure che impoveriscono i lavoratori
e le masse popolari confermano che il ruolo dello Stato è unicamente a
difesa degli interessi della classe dominante. Questa difesa comporta inevitabilmente un incremento direttamente proporzionale della funzione repressiva
dello Stato verso i proletari per prevenire o soffocare ribellioni e
lotte; oggi le misure “anticrisi” si accompagnano alla marcia
verso il moderno fascismo, allo Stato di polizia ad una risposta
sempre più violenta alle giuste rivendicazioni dei proletari e delle
masse popolari colpite.
Conclusioni
Per
Marx: “nelle contraddizioni, crisi e convulsioni acute si manifesta
la crescente inadeguatezza dello sviluppo produttivo della società
rispetto ai rapporti di produzione che ha avuto finora. La
distruzione violenta del capitale, non in seguito a circostanze
esterne ad esso, ma come condizione della sua autoconservazione, è
la forma più evidente in cui gli si rende noto che ha fatto il
proprio tempo e che deve far posto ad un livello superiore di
produzione sociale”. (Marx)...
...
la crisi attuale non è un incidente di percorso... Questa crisi fa
parte integrante del funzionamento normale del modo di produzione
capitalistico. Come ogni crisi, essa non è in sé un problema per il
capitalismo, ma il modo attraverso cui, periodicamente, il
capitalismo risolve i suoi problemi. Non nasce da imperfezioni del
mercato, ma è uno dei più potenti e perfetti prodotti del mercato
stesso.
...
la sola vera soluzione della crisi può venire dall'intendere che il
capitalismo è il problema e dall'operare di conseguenza: ossia per
il superamento di questa “ultima configurazione servile assunta
dall'attività umana” (Marx), con l'obiettivo di far sì che i
produttori assoggettino la produzione – che oggi li sovrasta come
una “legge cieca” al “loro controllo comune come intelletto
associato” (Marx).
(ndr)
contro i risolutori, comunque, della crisi (dai sindacati, dai
partiti di “sinistra” riformisti, affermiamo con
forza questa verità e soprattutto applichiamola!
(FINE)
Nessun commento:
Posta un commento