Il più popolare leader in Cisgiordania rompe il silenzio dal carcere dove sta scontando 5 ergastoli: trasformare gli episodi di rivolta in una sollevazione popolare. Un morto a Hebron
11/11/2014
maurizio molinari
CORRISPONDENTE DA GERUSALEMME
Marwan Barghouti si appella ai palestinesi, dal carcere israeliano dove sta scontando 5 ergastoli, per chiedergli di trasformare gli attuali singoli episodi di rivolta in una sollevazione popolare armata. Ovvero la terza Intifada, dopo quelle del 1987 e del 2000. Barghouti, 55 anni, è l’ex capo dei Tanzim di Al Fatah, che durante la seconda Intifada misero a segno alcuni degli attacchi più sanguinosi, ma è stato in passato anche uno dei leader palestinesi più favorevoli agli accordi di Oslo del 1993 con Israele.
Considerato il più popolare leader palestinese in Cisgiordania, mai sfidato apertamente da Hamas, ora rompe un lungo silenzio con l’appello al carcere di cui dà notizia la tv I24News. Forse prevedendo tali sviluppi, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ieri sera aveva ordinato il dispiegamento in Cisgiordania di una brigata di Golani, le truppe speciali schierate ai confini con la Siria (negli scontri a Hebron è morto un palestinese di 22 anni). Una strategia di rafforzamento della presenza militare, tanto in Israele che nei Territori, per prevenire nuovi attacchi simili a quelli che, da fine agosto, con auto e coltelli, hanno causato la morte di 8 israeliani.
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